Verdetto di assoluzione nei confronti di un professionista saccense A.C., accusato di indebita percezione di erogazione pubblica per un finanziamento legato al Decreto 23/2002, cosiddetto Covid.
L’accusa aveva richiesto una condanna a nove mesi di reclusione, sostenendo che al momento del finanziamento, A.C. non possedesse i requisiti necessari per l’erogazione del finanziamento ostandovi una precedente pena applicata poi riabilitata.
Il legale del professionista, l’avvocato Giovanna Maria Craparo, invece ha basato la linea difensiva sui principi stabiliti nel 2021 dalla Corte Costituzionale, escludendo l’applicazione automatica di interdittiva antimafia in ipotesi sganciate da contesti organizzativi criminali di “minore rilievo” che nel caso di specie il reato era stato precedentemente estinto e il soggetto riabilitato.
Tesi accolta dal Tribunale di Sciacca che ha assolto il professionista perché il fatto non costituisce reato.