Avrebbero promesso falsi posti di lavoro in cambio di denaro, arrestati due riberesi e una polacca

Le indagini hanno impegnato, per tre mesi, le sezioni di polizia giudiziaria dei carabinieri, della guardia di finanzia e della polizia che operano presso la Procura della Repubblica di Sciacca. Al termine il sostituto procuratore Michele Marrone ha chiesto e ottenuto l’arresto di tre persone per l’ipotesi di reato di associazione a delinquere finalizzata alla truffa.

Avrebbero promesso in cambio di denaro posti di lavoro finte assunzioni alle Poste a sei persone. Gli arrestati sono i riberesi Alfonso Caruana e la moglie Antonina Campisciano, entrambi di 44 anni. Il marito è in carcere e la moglie ai domiciliari. Arrestata e posta ai domiciliari anche una polacca, Sylvia Adamczyk, di 47 anni, che risiede a Palermo.

Il meccanismo emerso dalle indagini scattate dopo la denuncia presentata da sei persone prevedeva il contatto avviato da Caruana, che verrebbe indicato come promotore, e poi la consegna del denaro. Per queste sei persone la truffa sarebbe stata per complessivi 45 mila euro. Ogni singolo posto avrebbe avuto un costo di 19 mila euro. Documenti riguardanti queste persone sarebbero stati trovati a Palermo in occasione della perquisizione alla polacca.

In pochissimo tempo dalla denuncia ricevuta la Procura della Repubblica di Sciacca con il procuratore Roberta Buzzolani e il sostituto Michele Marrone è riuscita a fare scattare le indagini ed a raccogliere elementi tali per i quali il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, ha disposto le misure cautelari nei confronti dei tre indagati.

Nella foto, il sostituto procuratore Michele Marrone

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