Il prossimo weekend la sede Lav di Sciacca sarà di nuovo in piazza Angelo Scandaliato. Sabato 25 marzo, dalle 16 alle 20 , continuerà la raccolta di firme per sostenere la petizione che chiede al governo di annullare le modifiche alla legge sulla caccia, tutelando così la sicurezza di cittadini e animali.
La petizione lanciata dalla Lav, che è possibile firmare anche online sul sito dell’associazione www.lav.it, sarà presentata al governo e al presidente della Regione “perché siano rapidamente prese le necessarie misure per garantire la sicurezza di cittadini e animali”.
“La legge di Bilancio, approvata a fine 2022, ha infatti apportato profonde modifiche alla legge nazionale sulla caccia – afferma la Lav – che comportano gravi rischi per i cittadini. L’articolo 19, infatti, prevede esplicitamente il “controllo delle specie di fauna selvatica anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, anche nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto” precisando che “i piani di cui al secondo periodo del comma 2 sono attuati dai cacciatori iscritti negli ambiti territoriali di caccia o nei comprensori alpini delle aree interessate, previa frequenza di corsi di formazione autorizzati dagli organi competenti a livello regionale o della provincia autonoma e sono coordinati dagli agenti dei corpi di polizia regionale o provinciale.”
Alla luce di tutto questo, secondo la Lav, “viene così chiarito, al di là di ogni possibile interpretazione fornita dai sostenitori del partito della doppietta, che dal 1° gennaio scorso le porte di parchi e città sono state aperte ai cacciatori che ora possono uccidere qualsiasi specie animale, dal pettirosso all’orso, in qualsiasi giorno dell’anno a fronte di un mero coordinamento da parte degli organi di polizia. Mentre sono stati eliminati anche i controlli scientifici che nella precedente formulazione della Legge si esercitavano attraverso il preventivo parere fornito da Ispra (Istituto Superiore per la Prevenzione e la Ricerca Ambientale) sui piani di abbattimento, dal quale le Regioni si potevano discostare solamente a fronte di approfonditi studi scientifici. Ora tutto è stato declassato a un mero “sentito Ispra” che relega il massimo istituto scientifico nazionale per lo studio della fauna selvatica, al ruolo di interlocutore di una telefonata. E’ lo stesso Ispra – conclude la Lav – ad avere diffuso i dati reali circa la presenza dei cinghiali in Italia, che si attesta su circa 1,5 milioni di individui, non certo le fantasiose cifre sciorinate a caso dai sostenitori della caccia”.
Infine, Silvana Fazio, della Lav di Sciacca, sottolinea che “i cittadini hanno il diritto di essere informati dei rischi ai quali saranno esposti d’ora in poi e soprattutto devono essere messi in grado di esprimersi su una scelta che renderà ancora più pericolosa la caccia, ricordando che nella scorsa stagione venatoria sono stati ben 19 i cittadini uccisi dai fucili da caccia e 60 quelli feriti”.