L’Istituto Zooprofilattico di Palermo ha comunicato alla Procura della Repubblica di Sciacca i risultati degli accertamenti a seguito degli ultimi due avvelenamenti di cani in contrada Muciare, a Sciacca. Per avvelenare gli ultimi due cani è stato impiegato un prodotto diverso rispetto al “Parathion”, l’antiparassitario, altamente tossico, che in Italia non può essere acquistato già da anni, i piegato per sterminare i primi 27 animali. L’ipotesi alla quale lavora il sostituto procuratore Michele Marrone è che il secondo avvelenamento possa essere stato effettuato da gente diversa rispetto a chi ha avvelenato i primi 27 cani. Non è da escludere, però, che ad agire sia stata sempre la stessa mano e che l’obiettivo sia stato quello di confondere le acque. In ogni caso, non appena si conosceranno i risultati degli accertamenti da parte del Ris sulla carta da macelleria, su un paio di guanti e su un bicchiere di carta rinvenuti vicino agli ultimi due cani avvelenati gli inquirenti avranno ulteriori elementi per risalire al Dna di chi ha portato il veleno in quella zona. Negli ultimi giorni, sempre nel massimo riservo, per non compromettere il lavoro già svolto, l’inchiesta avrebbe fatto ulteriori passi in avanti grazie allo sforzo della Procura della Repubblica e dei carabinieri che indagano. Per questo reato, che prevede una pena fino a due anni di reclusione, non possono essere effettuate intercettazioni e non si possono emettere misure cautelari.