Una relazione che riassume le attività più importanti, del 2020, portate avanti da “Cittadinanzattiva”, “Tdm” e “Procuratori dei cittadini”, per garantire e tutelare il bene della città.
Le Terme di Sciacca, il progetto pro-villa comunale, la centrale biomassa “myethanol”, l’ospedale di Sciacca trasformato in un centro Covid, il punto di ascolto del Giovanni Paolo II, il trasferimento del centro “Alzheimer”, sono solo alcuni dei punti della relazione 2020 che “Cittadinanzattiva”, “Tdm” e “Procuratori dei cittadini” hanno stilato per trarre un bilancio dell’attività condotta fino ad ora per tutelare i diritti dei cittadini e garantire il bene della città. La relazione reca le firme del coordinatore del movimento, Gero Maggio, della responsabile di rete dei P.D.C. Rosa Castagno e della responsabile del T.D.M. Lilla Piazza. Di seguito alcuni punti salienti della relazione.
“Il 2020 ci ha visto ancora impegnati nella difesa delle nostre Terme che continuano a essere nel più completo abbandono. Si era preparato, con grande impegno del nostro movimento (comprendente tantissime realta’ sociali della citta’), una grande manifestazione di piazza che doveva partire dopo il carnevale e che avrebbe visto la partecipazione anche della chiesa, delle scuole e di tutta la rappresentanza politica del territorio. Purtroppo il covid19 ci ha fermati e abbiamo dovuto rinunciare alla manifestazione supplendo con continue sollecitazioni alle autorita’ regionali e incrementando la nostra presenza nei media. Abbiamo chiesto un incontro con il presidente Musumeci per dare il nostro apporto propositivo per un bando da sottoporre ai competitori internazionali, facendolo precedere da un necessario recupero del degrado che caratterizza il patrimonio termale proponendo l’utilizzo dei fondi europei che attualmente sono disponibili per il rilancio dell’economia. Pero’ fino ad ora, il presidente della Regione, si e’ rifiutato di confrontarsi con il territorio di Sciacca.
La difesa del verde pubblico e’ stata per noi una priorità e negli anni abbiamo difeso e affiancato tutte le realtà cittadine che si proponevano lo stesso obiettivo. La rivalutazione della villa comunale ci ha visto impegnati per anni e, da un degrado importante in cui versava, siamo riusciti ad ottenere qualche miglioramento. L’anno appena trascorso abbiamo partecipato e vinto, assieme alle associazioni ”ho fatto un sogno” e “comitato pro-villa comunale, un bando del comune di Sciacca per la “democrazia partecipata” che prevedeva la recinzione di una bellissima villetta del rione di S. Michele con una strepitosa veduta sulla città che doveva essere recintata opportunamente per eliminare eventuali rischi alle persone e non inficiare la bellissima vista. Purtroppo la burocrazia istituzionale, vera palla al piede della cosa pubblica, si è inceppato in un lungo iter burocratico con tante, a nostro parere, inutili ritardi e ancora, dopo oltre un anno dall’aggiudicazione del bando, non siamo riusciti a realizzare il nostro “sogno”.
Abbiamo aderito al comitato contro la centrale biomassa “myethanol”. La nostra adesione era volta ad evitare che si realizzassero opere che potessero contaminare il nostro ambiente. Una centrale le cui reali finalità non erano molto chiare e che, realizzata in un territorio a vocazione agricola e turistica e vicinissima a un’ospelale, poneva troppi interrogativi di carattere ambinetale accompagnati da oscuri passaggi burocratici. Sembrava che anche il comune di Sciacca si fosse schierato contro tale progetto assieme a tutta la società civile, ma purtroppo la mala burocrazia ha avuto il sopravvento sull’interesse dei cittadini e, inspiegabili ritardi di azioni che si propronevano di fare chiarezza per dipanare i tanti dubbi, hanno compomesso la nostra speranza di avere trasparenza e chiarezza sull’eventuale rischio che avrebbe corso la collettività. Molto probabilmente i tempi per eventuli opposizioni sono ormai trascorsi e la centrale si trova già in una fase avanzata di realizzazione. In questo caso i cittadini hanno perso la loro battaglia di civiltà.
Purtroppo con lo scoppio della pandemia, le istituzioni regionali, nonostante le proteste venute da diverse parti: il comitato sanità, i sindacati, i politici, le associazioni, i movimenti, tra cui anche il nostro, non sono servite a scongiurare questa commistione tra centro Covid 19 e normale attività sanitaria del nostro ospedale che, ricordiamo, è inserito nella rete ospedaliera come centro di emergenza urgenza di primo livello deputato a essere centro stoke e successivamente diventare anche stroke. Oggi si è deciso di adibire Ribera a centro Covid e ancora si sta lavorando per trasformarlo per questo servizio, che pare potrebbe, in futuro, far diventare Ribera un centro per le malattie infettive della provincia di Agrigento. Si spera di uscire presto da questa terribile pandemia e ritornare a erogare ai cittadini le giuste cure e soddisfare il loro diritto alla salute attualmente poco rispettato.
A seguito della trasformazione del nostro ospedale in centro COVID si è alzato un coro di proteste di tutta la cittadinanza e dell’hinterland perché ci si è resi conto che tutto ciò metteva a rischio un centro necessario per la cura e la salute di tutti. L’atavica carenza di personale sanitario ha aggravato la situazione , poiché molti sanitari sono stati smistati al Covid , togliendoli dai servizi ordinari. Moltissime altre associazioni movimenti e semplici cittadini hanno aderito al comitato sanità e hanno partecipato al sit-in permanente durato diversi mesi, effettuato rispettando tutte le precauzioni del caso per la pandemia in atto, davanti l’ospedale. Ai sit-in hanno partecipato anche tutti i sindaci del distretto sanitario di Sciacca con quello di Sciacca come capofila, alcuni parlamentari e pochi consiglieri comunali le nostre proteste hanno sortito l’effetto di un coinvolgimento del commissario dell’Asp di Agrigento che ha voluto instaurare un dialogo con il comitato nell’ottica di una collaborazione proficua.
Abbiamo chiuso il servizio per cautelare il nostro personale volontario del Punto di Ascolto operante all’interno del presidio ospedaliero di Sciacca “G. Paolo II” facente parte dell’ASP di Agrigento che era stato trasformato in centro COVID 19. Nelle more abbiamo dato comunicazione all’azienda, al nostro Movimento e alla cittadinanza, che il punto di ascolto non era attualmente operante, lasciando un nostro recapito telefonico al centralino dell’ospedale per eventuali cittadini che volevano contattarci.
Il 20 marzo 2020, in piena pandemia, siamo stati contattati telefonicamente, con urgenza, dal commissario ad acta, Firenze, per svuotare, in tempi celeri, il nostro locale individuato come unità COVID, cosa che è avvenuta regolarmente e nelle more ci hanno offerto un piccolo locale dove accatastare tutte le nostre cose in attesa che l’epidemia rallentasse e potessimo riavere un nostro locale. In seguito, chiamati sempre con urgenza, siamo stati invitati a svuotare anche il locale che ci era stato offerto temporaneamente, abbiamo dovuto traslocare tutto nell’abitazione privata del responsabile della privacy (tra cui molti dati sensibili), ma alcune cose molto ingombranti sono state appoggiate presso un piccolo locale della ginecologia e ostetricia, dove operano i volontari dell’AVULSS-CAV che ci hanno offerto un loro spazio. Alla data odierna non abbiamo notizia di quale sarà il futuro di un luogo di partecipazione civica operante da anni.
Abbiamo continuato a protestare per la soppressione del servizio medico legale dell’INPS di Sciacca che ha provocato innumerevoli disagi a utenti fragili e malati. Finalmente si è riusciti a trasferire il servizio di visite medico legali in un locale offerto dall’Asp di Agrigento, presso il nosocomio saccense.
Questo importante obiettivo raggiunto ha però penalizzato il centro Alzheimer che è stato disattivato temporaneamente per fare posto alla sede INPS e ancora si aspetta che possa riprendere la normale attività. Il centro, all’inizio dell’anno, ha subito uno stop per la mancanza della figura dello psicologo, necessario per le diagnosi e proprio per questo abbiamo ricevuto diverse segnalazioni di parenti dei malati che hanno avuto disagi per l’impossibilità di ricevere i certificati per l’erogazione delle cure e delle terapie. Attualmente il centro è parzialmente attivo per la riabilitazione, anche se continua il servizio di diagnosi e cura però in luoghi non idonei al servizio reso. Anche per questo importante centro che eroga sanità di qualità a soggetti particolarmente fragili, continueremo ad insistere per un completo ripristino del servizio.”