Cronaca / Attualità

Dissesto finanziario, questo sconosciuto. Ma quali sarebbero le conseguenze per i cittadini?

“Sull’orlo del baratro”, “a un passo dal dissesto finanziario”. Sono anni che nel dibattito cittadino si parla dell’ipotesi default per il Comune di Sciacca. Una condizione che scaturisce da diversi fattori. Le operazioni tese a centrare il patto di stabilità hanno cominciato via via a rivelarsi insufficienti. Tanto più che oggi l’ente locale è esposto con la banca tesoriera per un’anticipazione di cassa di circa otto milioni di euro. In tale contesto, la necessaria austerità ha pervaso la gestione politica. Al punto tale da far domandare a più di qualcuno a cosa serva, ad oggi, un organo elettivo, quando non può fare alcuna scelta strategica, inseguito com’è dalle emergenze economico-finanziarie, sempre più frustrate nell’ottica della necessaria garanzia dei servizi minimi essenziali. E così, tra i cittadini che non riescono più a pagare i tributi locali, e i continui tagli decisi dagli organi superiori di governo, i comuni oggi sono in crisi profonda. E si torna a parlare di “dissesto” finanziario perfino come soluzione estrema, addirittura come possibilità di ripartire da basi migliori. Ma cosa significherebbe il dissesto? Quali scenari aprirebbe? Abbiamo provato a sintetizzarli.

La prima conseguenza è la sospensione dei termini per l’approvazione del bilancio. Gli organi elettivi restano in carica, ma arrivano dei commissari liquidatori, come in una società che viene dichiarata fallita. Poi si sospendono tutte le eventuali procedure esecutive e i pignoramenti intrapresi dai creditori nei confronti del comune, e i debiti aperti finiscono nella massa passiva. Inoltre, tutti i debiti e le anticipazioni di cassa già erogate non producono più interessi. Ancora: non si possono più contrarre mutui, ad eccezione di quelli che prevedano oneri a carico della Regione o dello Stato. Ma, se qualcuno trascurasse questo fatto, a sostenere le conseguenze del dissesto finanziario sarebbe tutta a carico dei cittadini. Sì, perché per cinque anni le tariffe e le aliquote tributarie, ad eccezione della tassa sui rifiuti, sarebbero aumentate al massimo consentito dalla legge. Tutto questo nell’ottica di conseguire il riequilibrio del bilancio.

Insomma: il dissesto avrebbe conseguenze devastanti. Un’ipotesi che occorrerebbe scongiurare a tutti i costi. Lo sanno bene i cittadini di quei comuni dove si è arrivati a questa soluzione. E pensare che, stando a quanto si dice, c’è chi la considera, perfino, una possibile scelta politica. È una cosa alla quale il buonsenso impedisce di credere.

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