Cronaca / Attualità

Dolore e commozione nella chiesa dei Cappuccini ai funerali di Vita Gatto

“Non lasciamoci separare dall’amore di Cristo, non pensiamo che questo evento così tragico e doloroso possa allontanarci da Cristo. Altrimenti è come morire due volte”. Trae spunto dalla prima lettura di San Paolo Apostolo ai Romani fra Michele Barone nell’omelia ai funerali di Vita Gatto, la trentunenne di Sciacca morta sabato scorso in un incidente stradale sulla statale 115. In una chiesa dei Cappuccini gremita il frate cerca di portare una parola di conforto ai familiari. Ha già incontrato, nella loro casa che dista poche centinaia di metri dalla chiesa, la madre, il padre e il fratello della giovane mamma di quattro bambini che ha perso la vita in quel tragico schianto in località Verdura. Il compagno di Vita Gatto è ancora ricoverato in ospedale così come una bambina della coppia. Un secondo pensiero di fra Michele Barone era tratto dal Vangelo di Marco “La Passione e la Resurrezione di Cristo Insieme”. Qui il riferimento ai familiari da parte del sacerdote è diretto quando li esorta a una verità di fede dicendo: “Non pensate Vita morta nel nulla, scomparsa nel nulla, nel vuoto, ma pensatela vivente in Dio, tra le braccia del Padre che l’ha pensata, l’ha voluta e gli restituisce la vita eterna”. Sul fronte delle indagini per chiarire la dinamica dell’incidente che ha coinvolto tre auto è sempre al lavoro la Procura della Repubblica di Sciacca con il sostituto Michele Marrone. Questa mattina il magistrato ha conferito l’incarico per una consulenza tecnica.

Nella foto, l’arrivo del feretro in chiesa

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