Rigettato dalla Corte di Appello di Palermo l’appello della parte civile avverso la sentenza che ha assolto perché il fatto non sussiste un uomo del palermitano di 47 anni dai reati di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, tendente ad ottenere la riforma della sentenza in ordine al risarcimento del danno in favore della parte civile.
Dopo 7 anni dalla denuncia presentata da una donna è arrivata la sentenza assolutoria emessa dal Tribunale di Termini Imerese in composizione collegiale perché il fatto non sussiste.
In punto di fatto, l’avvocato Luigi La Placa, difensore dell’uomo, nel corso di una articolata e complessa istruttoria dibattimentale, ha sostenuto che le accuse della donna erano infondate e che nessuna di esse ha trovato riscontro. La vicenda si riferisce a fatti del 2012.
Il pubblico ministero, dopo una ricostruzione dei fatti e delle prove orali e documentali assunte, ha concluso chiedendo l’assoluzione, ritenendo che i fatti contestati non erano stati riscontrati e quindi non poteva affermarsi la colpevolezza dell’imputato al di là di ogni ragionevole dubbio.
L’avvocato Luigi La Placa nel corso della discussione, soffermandosi sul contenuto di alcune prove orali e documentali assunte, ha concluso chiedendo che l’uomo venisse assolto perché i fatti non sussistono.
Il Tribunale di Termini Imerese ha emesso sentenza di assoluzione da tutte le imputazioni ascrittegli perché il fatto non sussiste.
La parte civile costituita ha proposto appello ai soli effetti civili, avverso la sentenza di assoluzione emessa dal Tribunale di Termini Imerese, che a suo dire avrebbe omesso di valutare le risultanze dell’incidente probatorio, chiedendo che la Corte di Appello nel riconoscere la colpevolezza dell’imputato riformasse la sentenza in ordine alle statuizioni civili, condannando il palermitano al risarcimento dei danni nella misura non inferiore a 50 mila euro.
L’avvocato Luigi La Placa, coadiuvato dagli avvocati Antonino Alagna e Sandro La Placa, nel giudizio di appello ha depositato memoria difensiva, contestando i motivi di appello della parte civile, perché assolutamente inammissibili, oltre che infondati nel merito, evidenziando, contrariamente a quanto sostenuto dalla parte civile, che il Tribunale di Termini Imerese era pervenuto all’assoluzione, perché il fatto non sussiste, valorizzando proprio le risultanze dell’incidente probatorio, oltre alle prove orali e documentali fornite dal difensore dell’imputato.
La terza sezione della Corte di Appello di Palermo ha confermato la sentenza assolutoria emessa dal Tribunale di Termini Imerese, rigettando l’appello proposto dalla parte civile in ordine alla condanna dell’imputato al risarcimento del danno.
Nella foto, gli avvocati Luigi e Sandro La Placa ed Antonino Alagna