Nel corso della conferenza stampa che il presidente del Consiglio Draghi ha tenuto dopo aver concluso la sua telefonata con Putin, ha affermato, senza battere ciglio che non ci sono spiragli di pace.
La principale ha avuto come argomento principale la soluzione da trovare per sbloccare il grano ucraino ed evitare la crisi alimentare. Ma sembra che gli sforzi di Draghi siano stati vani perché l’unica soluzione a cui il presidente russo si è detto disponibile è molto rischiosa. La questione rimane irrisolta e nel frattempo che Zelensky e la comunità internazionale, soprattutto l’Ue si impegna a far uscire in qualche modo questo grano per non affamare Africa e Medio Oriente, Putin se ne lava le mani.
Putin non è intenzionato a collaborare
Putin nega qualsiasi responsabilità sulla questione del grano nonostante i porti siano bombardati e bloccati dalle sue stesse forze armate. Ci prova e rilancia con la revoca delle sanzioni occidentali alla Russia ma Draghi non può ovviamente accettare. Inoltre, in merito alle sanzioni, Putin ha rassicurato l’Italia e l’Europa per la fornitura ininterrotta di gas.
Nessun ottimismo dalla conversazione di Draghi con Putin
Ma non c’è nulla in questa telefonata che ha fatto pensare a Draghi che ci fosse la possibilità di un imminente o futuro cessate il fuoco. La pace sembra molto lontana. I negoziati sono bloccati e la telefonata con il presidente Putin non ha lasciato molto ottimista il premier Draghi. Anzi, durante la conferenza stampa un giornalista chiede al presidente del Consiglio se fosse arrivato qualche spiraglio di pace nel corso della telefonata. La risposta di Draghi è netta senza pensarci ha detto di no. Non ci sono stati spiragli di pace, nessun segnale distensivo da parte di Putin.