Un patteggiamento e una condanna in abbreviato nella prima tranche del processo su presunte false assunzioni a Poste Italiane in cambio di denaro, scaturita da un’indagine per associazione a delinquere finalizzata alla truffa coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica di Sciacca Michele Marrone.
Dinanzi al giudice Dario Hamel ha patteggiato un anno e 6 mesi di reclusione con pena sospesa Sylwia Adamczyk, di 50 anni, polacca, ed è stata condannata a un anno e 8 mesi di reclusione, con rito abbreviato, Antonina Campisciano, di 47 anni, di Ribera.
Personaggio centrale della vicenda è Alfonso Caruana, di 47 anni, di Ribera, per il quale il processo è in corso, con il rito ordinario, dinanzi ai giudici del Tribunale di Sciacca. Assieme a Caruana è imputata Pasqualina Serpico, di 50 anni, di Castelvetrano.
L’indagine è scattata dalla denuncia di sei persone, del palermitano, che avrebbero versato, complessivamente, 45 mila euro, facendo ricorso anche a mutui. Caruana viene indicato dagli inquirenti quale promotore. Campisciano, Adamczyk e Serpico partecipi.
Secondo l’accusa si sarebbe fatto credere alle persone offese che, dietro versamento di denaro, sarebbero state assunte con contratto di lavoro a tempo indeterminato.
Campisciano è stata condannata per associazione a delinquere finalizzata a truffe con risarcimento del danno alle parti civili per il quale deciderà il giudice civile e assolta dalla truffa da 45 mila euro alle sei persone.
Nella foto, il pm Michele Marrone