Ninni Guzzardo e’ una docente di Sciacca che insegna a Sambuca. Il quindici ottobre scorso quando a Sambuca scoppiano i primi casi di positività che porteranno poi alla “zona rossa”, ha il sentore di poter esser stata in contatto con un positivo e così con tutta la sua famiglia, marito e tre bimbi piccoli, si pone in isolamento autodenunciandosi all’Asp di Agrigento. Da lì inizia un percorso di attesa.
Solo dopo una settimana e i primi sintomi che fanno capire che anche lei e’ contagiata grazie all’Usca otteniene la certezza che ad essere positivi sono tutti quanti. Per fortuna, i bimbi non avvertono i sintomi e solo la prof e il marito hanno i sintomi del Covid.
Paura, ansia e apprensione. ” I medici dell’Usca – racconta – sono stati meravigliosi, ci hanno dato indicazioni e per me anche una terapia per la tosse persistente. La stessa cosa non possiamo dire per l’Asp, difficile parlare con loro, interfacciarsi e del secondo tampone che abbiamo eseguito non sappiamo nulla, continuiamo ad essere isolati e oggi lo dovremmo ripetere. E’ tutto molto lento”.