Furto di energia elettrica, sentenza innovativa a Sciacca e imputato prosciolto

Il gip del Tribunale di Sciacca ha dichiarato non doversi procedere nei confronti di A.G., in ordine al reato di di furto aggravato di energia elettrica per difetto di querela.
La questione riguardava una presunta manomissione del contatore in uso all’imputato relativo alla fornitura di energia elettrica contestato con l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede che rende il fatto perseguibile d’ufficio e non a querela di parte. La difesa dall’imputato, rappresentata dagli avvocati Maurizio Gaudio e Calogero Dimino, in aderenza a un recentissimo orientamento della giurisprudenza di merito e di legittimità, ha tuttavia dimostrato che l’aggravante in parola sussiste soltanto quando il furto di energia elettrica avviene mediante un allaccio abusivo alla rete pubblica e non invece quando ciò si sia verificato attraverso una mera manomissione del contatore, come contestato nel caso di specie. Ciò in quanto solo nel caso in cui l’energia è sottratta mediante allaccio abusivo alla rete pubblica essa è ancora destinata al soddisfacimento delle esigente della collettività, mentre nell’ipostesi di mera manomissione del contatore l’energia passa per contratto nella disponibilità dell’utilizzatore e pertanto non è sussistente l’aggravante di esposizione a pubblica fede. Il giudice, accogliendo tale tesi difensiva e in assenza di querela da parte dell’ente gestore, ha dichiarato non doversi procedere nei confronti dell’imputato per mancanza della condizione di procedibilità.

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