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Comune di Sciacca

Futuro dell’acqua in provincia, il “piano B” adesso, in mano ai sindaci

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In sette giorni ciò che si per anni un territorio ha cercato di portare avanti in una battaglia tortuosa fatta di diffide, disservizi e reclami, si è materializzato in una storica seduta dell’Ati.

Girgenti Acque secondo quanto deliberato anche dall’Assemblea territoriale Idrica, e non soltanto da ciò che l’interdittiva della certificazione antimafia ha di fatto bloccato; non sarà più il futuro dell’acqua in provincia. O meglio, il gestore continuerà a restare al suo posto nelle more dell’individuazione di una via di uscita ed il Prefetto nominerà uno o più commissari che accompagneranno questa fase transitoria e poi?

Al momento, nessuno delle parti attive di questo nuovo percorso, libero dal gestore che per anni si è contestato, si è lasciato andare nella spiegazione dettagliata di quello che sarà questa seconda fase o come la presidente dell’Ati, la sindaca Francesca Valenti lo ha ribattezzato, “piano B”. Si sa soltanto che non è pronto e che dovrà discutersene.

“Adesso – ha detto la Valenti – diventa urgente individuare una prospettiva alternativa, perché nel momento in cui noi possiamo procedere con la notifica della dichiarazione di risoluzione per quanto riguarda l’Ati il contratto si è risolto. Ora occorrerà trovare una forma di gestione che vada bene per tutti i sindaci”.

Saranno, dunque, i sindaci della provincia, tra i “ribelli” e non ribelli, a dover individuare come e in che modo gestiremo la distribuzione dell’acqua in provincia nei prossimi anni. Stavolta, si spera senza compiere errori imparando da quelli del passato, tendendo conto della necessità di fornire un servizio efficiente al cittadino e stavolta, magari dando fede a quel referendum che in Sicilia ha permesso ai cittadini già di scegliere nel 2011 se mai qualcuno se lo fosse già  dimenticato…

 

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