La Cisl Medici di Agrigento con il segretario generale aggiunto, Giacomo Corsentino, denuncia “che ancora oggi, nonostante le ripetute sollecitazioni, persistono gravi carenze di organico Medico in tutti i reparti (per esempio Ortopedia, Radiologia, Medicina, Cardiologia, Chirurgia, Psichiatria ecc.) di tutti i Presidi Ospedalieri della Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento, ma sottolinea la grave carenza, soprattutto nei Pronto Soccorso, degli Ospedali dell’Asp Ag ed in particolar modo del presidio ospedaliero di Sciacca”.
“Siamo in una situazione di criticità tale che, in atto, diventa difficoltoso svolgere appieno anche le normali attività ordinarie, potendo creare rischi per l’utenza e per i lavoratori, nel silenzio totale della Dirigenza Strategica dell’Asp Ag”, aggiunge Corsentino.
“Dalle assemblee con i dipendenti emerge che ormai da tempo un alto numero di dirigenti medici di molte specialità (Medicina, Cardiologia, Nefrologia ecc), per mezzo di disposizioni di servizio Aziendali ripetute nel breve periodo, devono garantire i turni di servizio presso altri ospedali dell’Asp Ag, ciò comporta un costante ed eccessivo carico settimanale di ore di lavoro, ben oltre i limiti della ragionevolezza e della tollerabilità da parte del personale, e soprattutto con il mancato recupero delle energie psicofisiche. Ciò mette a rischio la sicurezza dei lavoratori sia per quanto detto, che per il mancato rispetto dei riposi tra un turno notturno e l’altro, la possibile mancata fruizione delle giornate di riposo settimane e delle ferie, e gli eccessivi servizi notturni soprattutto nei Pronto Soccorso”.
La Cisl Medici aggiunge che “nell’ospedale di Sciacca, in atto manca più del 60% dei primari effettivi nei reparti, e molti reparti non hanno nemmeno i “facenti funzione” di primario; e questo accade in molte realtà Ospedaliere e del Territorio della Provincia”.
Per la Cisl Medici “le scelte fin qui fatte negli ultimi anni hanno provocato nel presidio ospedaliero di Sciacca, un declino assistenziale, un calo di servizi, la mancata istituzione (esempio U.O. Neurologia, Stroke unit e Endoscopia) e la soppressione (esempio U.O. Angiologia) di diverse importanti realtà sanitarie. E ciò si è verificato anche negli altri Ospedali e nel Territorio”.
Il sindacato chiede quindi alle istituzione nazionali, regionali e agli organismi di vigilanza di “intervenire con concretezza attraverso finanziamenti importanti da investire sull’organico, e di intraprendere decisioni drastiche e di totale cambiamento a partire da chi fino ad oggi ha gestito i diversi presidi ospedalieri, sovvertendo l’attuale andazzo che ha provocato un vero e proprio declino del diritto alla salute. Diversamente non si potrà che giungere ad una grande protesta di tutto il personale”.
In ultimo, la Cisl Medici chiede “una convocazione delle organizzazioni sindacali della dirigenza medica al fine di analizzare le criticità esistenti, analizzare i criteri che sono stati seguiti nella allocazione delle risorse all’interno della nuova pianta organica già trasmessa all’assessorato e rivedere profondamente la distribuzione delle risorse umane all’interno dei vari presidi e del territorio”.