La chiusura delle strutture termali di Sciacca e Acireale ha avuto un impatto negativo sulle presenze turistiche negli ultimi anni, causando un calo significativo dei visitatori. Questa situazione preoccupa gli operatori del settore, che vedono nelle terme un patrimonio economico e culturale da recuperare.
Conflavoro Sicilia si mostra ottimista riguardo al lavoro del tavolo tecnico insediato dal presidente della Regione, Renato Schifani. L’obiettivo del tavolo è risolvere tutte le criticità tecniche e burocratiche legate alla riqualificazione e al rilancio dei complessi termali, chiusi rispettivamente nel 2015 e nel 2014.
“Il termalismo viaggia ormai da alcuni anni insieme al mondo del benessere, offre opportunità di crescita economica”, afferma il segretario regionale della Sicilia e vicepresidente nazionale di Conflavoro, Giuseppe Pullara. “La chiusura delle due strutture ha provocato un danno enorme all’economia del territorio, all’occupazione, all’indotto, all’immagine delle città di Sciacca e di Acireale”.
I dati sul turismo, reperiti da un report dell’associazione Geografi italiani, mostrano un andamento dei flussi turistici sostanzialmente negativo nel periodo 1999-2017. Ad Acireale, ad esempio, le presenze turistiche sono passate da 493.987 nel 2002 a 214.092 nel 2017, mentre gli arrivi sono scesi da 162.424 a 96.001 nello stesso periodo. Situazione simile a Sciacca, dove le presenze sono diminuite da 523.536 nel 2002 a 295.477 nel 2017, e gli arrivi da 89.804 a 52.577.
“Rilanciare la centralità della Sicilia termale – continua Pullara – significa riconquistare un flusso turistico che attualmente si è riversato altrove e garantirsi un indotto economico irrinunciabile per la nostra Regione. Una soluzione alla questione della valorizzazione del patrimonio termale delle due città non può che avvenire in ottica condivisa, ampia e partecipata, con la regia della Regione”.
A Palazzo d’Orléans è stato definito un cronoprogramma delle azioni da realizzare nella prima fase, che prevede interventi di ammodernamento e ristrutturazione dei due impianti e la predisposizione di un quadro completo degli investimenti necessari. “Il turismo termale – conclude Pullara – è un segmento in crescita che, incrociando gli altri tipi di offerta turistica, grazie anche al nostro clima, può contribuire a uno sviluppo significativo dell’intero settore.”