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I saccensi Giusy Campisi e Bruno Neri tra i docenti dell’Università di Pisa in visita dal Dalai Lama in India per presentare le loro pratiche meditative sull’attività cerebrale

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E’ da poco terminata la missione di alcuni docenti dell’Università di Pisa presso il “Kalachakra Institute for Meditation di Dharamsala”, in India, per mettere a punto alcune ricerche sulle conseguenze di alcune pratiche meditative avanzate sull’attività cerebrale. Tra i docenti anche i saccensi Giusy Campisi e Bruno Neri.

Sono stati accolti direttamente nella casa del Dalai Lama, in India, per presentare le loro ricerche sugli effetti delle pratiche di meditazione avanzata sull’attività cerebrale. I protagonisti sono alcuni docenti dell’università di Pisa, invitati a partecipare a una serie di incontri con H.E. Choekyi Nangpa Rimpoche, recentemente eletto a capo di una delle quattro scuole del buddismo tibetano (la Scuola Jonang), il professore Angelo Gemignani e il dottor Ciro Conversano del dipartimento di Patologia chirurgica, medica, molecolare e dell’area critica e i saccensi Bruno Neri del dipartimento di Ingegneria dell’Informazione e Giusy Campisi, docente presso l’Università degli Studi di Palermo facente parte della delegazione. I docenti, così come riferito da “Unipinews”, sono stati ricevuti dal Dalai Lama nella sua residenza privata di Dharamsala per presentare i loro studi.

“La collaborazione col Khalachakhra Institute – sottolineano i ricercatori – consentirà di lavorare con meditatori avanzati che praticano alcune tecniche esoteriche, tramandate solo per via orale da maestro a discepolo, che permetterebbero di accedere al controllo del rapporto mente/corpo e quindi di indagare quello che il filosofo australiano David Chalmers ha definito col termine “hard problem” (il problema difficile)”.
Il Dalai Lama ha chiesto ai docenti di poterne sapere di più riguardo al progresso delle loro ricerche e ha fornito loro importanti informazioni per comprendere meglio le tecniche e gli effetti delle principali pratiche contemplative tipiche del buddismo tibetano.
Nel corso dell’incontro l’attenzione si è focalizzata sulle possibili applicazioni per la riduzione dello stress cronico (o distress) e all’incremento del benessere interiore e su alcune tecniche di training mentale. Il programma degli incontri è stato intenso e impegnativo e in linea con il paradigma alternativo al quale si è improntata l’attività del gruppo di ricerca pisano fin dai tempi del “The Mindscience of Reality” Symposium del 2017.

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