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Il controllo sui pascoli a Santa Margherita Belice, Ciaccio e Bavetta respingono le accuse

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Si sono svolti nelle carceri di Agrigento e Sciacca gli interrogatori di garanzia per gli indagati nell’operazione della polizia nell’area Belicina per estorsione e illecita concorrenza con minaccia o violenza, aggravati dal metodo mafioso.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo, con i sostituti Alessia Sinatra e Claudio Camilleri, ipotizzano il pervasivo controllo e la gestione illecita delle attività agro-pastorali sul territorio di Santa Margherita del Belice, Montevago e Sambuca di Sicilia fino al confine con Contessa Entellina.

Pasquale Ciaccio, di 59 anni, di Santa Margherita Belice, nel carcere di Agrigento ha risposto alle domande del gip Iacopo Mazzullo. Ha respinto le accuse secondo quanto riferiscono i suoi difensori, gli avvocati Carmelo Carrara e Antonino Augello. Un altro indagato che ha risposto alle domande del giudice è Domenico Bavetta, di 42 anni, di Montevago. E’ stato interrogato, nel carcere di Sciacca, dal gip Stefano Zammuto. Per Bavetta nell’ambito di quest’indagine sono stati disposti i domiciliari, ma lui era in carcere per altro. Anche Bavetta, difeso dall’avvocato Pietro Abate, ha respinto le accuse.

Gli altri arrestati sono Giovanni Campo, di 33 anni, e Pietro Guzzardo, di 46, entrambi di Santa Margherita Belice, che, invece, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. I due, detenuti nel carcere di Agrigento, sono difesi, rispettivamente, dagli avvocati Carmelo Carrara e Giuseppe Giambalvo.

Pietro Campo, di 72 anni, di Santa Margherita Belice, anche lui destinatario di custodia cautelare in carcere, era già detenuto nel carcere di Asti. La sua difesa è stata assunta adesso dall’avvocato Carmelo Carrara.

Nella foto, Pasquale Ciaccio.

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