Il Fatto Quotidiano dedica oggi anche un richiamo in prima pagina al romanzo di Giuseppe Patti di Sciacca “Il Gran Finale”. La storia che viene raccontata è quella di Tommaso Cosentino, ex impiegato di banca, divorziato e padre di Lucia. Vive da solo con la figlia, la quale ha ripudiato la madre dopo il tradimento. A causa dei sentimenti che prova verso Paola Messina, Cosentino diventerà badante del padre, Salvatore Messina, solo per compiacerla e sperare così di conquistarla. L’anziano non è un tipo facile da gestire, sia dal punto di vista fisico (è paraplegico e cieco), sia dal punto di vista caratteriale: arguto, eccentrico, superbo, ironico. Cosentino non ama molto l’anziano, che spesso lo trafigge con le sue battute, colpendolo nell’io più profondo, anche se lo scopo non è quello di ferirlo, ma di educarlo, di allenarlo ad affrontare la vita, cosa che il badante non riesce a fare per le sue insicurezze. Messina vede in Tommaso quel figlio che non ha mai trovato in Giuseppe, Giacomo e Paola. Costoro, assetati di denaro e di “vendetta”, hanno come obiettivo quello di lucrare sul padre, punendolo sì di non essere mai stato presente nelle loro vite, ma dall’altro, la brama di guadagnare sulla testa del padre è una vera e propria fissa. Sono accecati dall’idea di trovare Il Gran Finale, l’ultima vicenda dell’ispettore Martorana, personaggio per cui è divenuto molto famoso Salvatore Messina. Paola cerca di usare a tal fine Tommaso, ma quando il badante si dimostra inconcludente, scatta il piano B, che inizia con il rapimento dell’anziano. Sotto inchiesta finiranno il badante e la figlia, che nel frattempo si erano trasferiti in casa dello scrittore. A condurre le indagini saranno un certo ispettore Martorana, (oltre al danno, la beffa), e il suo superiore, il commissario Bonetti, che sembra essere coinvolto nella sparizione di Messina insieme ai tre fratelli.