Le accuse sono a vario titolo, di associazione per delinquere di stampo mafioso, estorsione, usura, corruzione e illecita concorrenza aggravate dalla finalità di agevolare Cosa nostra, scambio elettorale politico-mafioso e traffico illecito di rifiuti per sette presunti esponenti della famiglia mafiosa di Sciacca. Cinque sono finiti in carcere e due ai domiciliari.
Cento militari della guardia di finanza, in forza ai reparti di Palermo e Agrigento sono stati impiegati per effettuare l’operazione. Stanno inoltre effettuando perquisizioni in diverse province siciliane e nel Molise, presso abitazioni e sedi societarie dei 22 indagati.
In carcere sono finiti: Domenico Friscia, 61 anni, Domenico Maniscalco, di 59 anni; Giuseppe Marciante, 37 anni, Michele Russo, 45 anni; Maurizio Costa, 64 anni, ex dirigente della protezione civile, indagato per corruzione e falso. Ai domiciliari: Vittorio Di Natale, 49 anni, candidato al consiglio comunale di Sciacca, e Rosario Catanzaro, 65 anni.
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