“Se le Terme non riapriranno, se nel centro della città non nasceranno alberghi per diversificare l’offerta turistica, il nostro centro storico non potrà mai rinascere”.
E’ quanto afferma il segretario della Camera del Lavoro di Sciacca, Franco Zammuto, secondo il quale “il fatto che l’espansione urbanistica di Sciacca abbia spostato il centro commerciale nella parte ovest fuori Porta Palermo e la nuova zona della Perriera non significa che il centro storico debba perdere dinamismo, vivacità e grandi prospettive. Se avessimo mantenuto il dinamismo e la vitalità turistica degli anni 70-80 adeguandola alle nuove esigenze e regole d’ingaggio che il turismo richiedeva – aggiunge Zammuto – il centro storico non si sarebbe mai svuotato, diventando il salotto di Sciacca e il centro commerciale naturale, come qualcuno lo definisce, e sul quale molti commercianti hanno puntato e puntano invece di essere abbandonati a se stessi come se il problema riguardasse solo loro. Per una città che da vent’anni si dichiara a “vocazione turistica” è la plastica rappresentazione del fallimento dell’obiettivo”.
Per Zammuto “credere che le società “Sciacca Mare”, il “Verdura Resort” e i b&b possano essere sufficienti a garantire lo sviluppo agognato e riempire il centro storico senza riaprire le terme o privando la città di strutture alberghiere in centro per diversificare le offerte turistiche, è pia illusione. Rinunciare alle terme che hanno rappresentato la ragione stessa della nascita della città di Sciacca, Terme Selinuntine la sua prima denominazione, non è solo una ragione emozionale-sentimentale, ma è fattore di crescita e di sicuro sviluppo economico”.
La Camera del Lavoro propone anche “il recupero del Convento San Domenico, che un’ insostenibile spartizione proprietaria fra ex provincia di Agrigento, Demanio e Comune di Sciacca ha finito con il condannarlo da anni ad abbandono e degrado, del palazzo dei Gesuiti, oggi sede degli uffici del comune e sede dell’amministrazione, e di riprendere con decisione la problematica della costruzione del nuovo carcere in contrada Santa Maria, da tempo fra gli obiettivi del Ministero della Giustizia, che consentirebbe di avere da un canto una struttura penitenziaria moderna ed efficiente e d’altro la possibilità di intraprendere un sapiente restauro, per il quale non mancano competenze professionali e maestranze, trasformandolo in un albergo fascinoso ed elegante in pieno centro storico, così come le due altre imponenti strutture a cui abbiamo accennato”.