Chiesta la sorveglianza speciale di cinque anni per Leo Sutera, il sessantasettenne di Sambuca di Sicilia ritenuto ancora socialmente pericoloso. La richiesta della misura di sorveglianza speciale di cinque anni, il massimo previsto dalla legge, è stata avanzata dal pubblico ministero della Dda di Palermo, Alessia Sinatra ai giudici della seconda sezione del tribunale di Agrigento. Per Sutera, già condannato con l’accusa di essere stato il successore al vertice di Cosa Nostra di Giuseppe Falsone, è stata chiesta anche la confisca dei beni sequestrato lo scorso dicembre dalla Guardia di Finanza.
Per la difesa, composta dagli avvocati Carlo Ferracane e Giovanni Vaccaro, invece Leo Sutera avrebbe interrotto ogni legame con Cosa Nostra dopo avere scontato la pena nel processo “Cupola”.
Mentre gli inquirenti ritengono che l’uomo ha continuato a rappresentare il punto di riferimento per tutte le famiglie mafiose dell’Agrigentino, almeno fino al 2012 quando è scattata l’operazione “La Nuova Cupola”.
Tra ii beni per i quali è stato chiesto il sequestro da parte del pm, oltre che un villino e vari appezzamenti di terreno a Sambuca, conti correnti e cavalli, vi sono anche quote societarie di un esercizio commerciale di Sciacca, per un valore superiore ai 400 mila euro.
L’avvocato Giovanni Vaccaro ha depositato una consulenza di parte di tipo agronomico e commerciale per dimostrare che si tratta di beni di legittima provenienza.
La decisione dei giudici di Agrigento non sarà a breve, il pm ha chiesto un termine di 30 giorni per le controdeduzioni per iscritto alle ultime osservazioni della difesa, poi ulteriori 30 giorni saranno a disposizione per la difesa.