Piuttosto che vigilare sull’operato di Girgenti Acque, l’ATO idrico favoriva illecitamente sia la stessa società, sia il suo presidente Marco Campione. Sarebbero giunti a queste conclusioni i magistrati della procura della Repubblica di Agrigento che continuano a indagare senza sosta sull’ente gestore privato delle risorse idriche pubbliche. L’inchiesta è quella che nelle settimane scorse è culminata con l’avviso di proroga di indagini a carico di una settantina di persone tra amministratori, politici, giornalisti e funzionari. Tra di loro, com’è noto, anche l’ex prefetto di Agrigento Nicola Diomede. E si è appreso nelle scorse ore che tra gli indagati c’è anche il direttore generale dell’Ambito Territoriale Ottimale ing. Bernardo Barone. Non a caso, proprio oggi, sono stati perquisiti gli uffici dell’ATO di Agrigento, situati nella Zona industriale di Aragona. Edificio dirimpettaio della sede di Girgenti Acque S.p.A. Personale del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Guardia di finanza e del NOE dei Carabinieri di Palermo hanno sequestrato una corposa documentazione sulla gestione del Servizio Idrico Integrato da parte di Girgenti Acque, in esecuzione di un decreto di perquisizione emesso dai P.M. che compongono il “pool” coordinato dal procuratore capo Luigi Patronaggio e che è composto da Salvatore Vella, Alessandra Russo e Paola Vetro. Un’indagine che ha visto finire sotto inchiesta anche diversi esponenti politici, accusati di “voto di scambio” nell’ambito di favori nelle assunzioni di alcuni dei lavoratori dell’ente. Tra le ipotesi di reato: associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, truffa, ricettazione, reati ambientali e false comunicazioni societarie.