“A questo avvocato lo sminchio, mi ha fatto fare carcere in più”. Cosi’ confidava Accursio Dimino, tra i fermati di oggi nell’ambito dell’operazione “Passepartout” ad Antonello Nicosia, altro uomo chiave nell’inchiesta scattata oggi alle prime luci dell’alba e che ha portato a cinque provvedimenti di fermo nei confronti di cinque saccensi. Oltre a Dimino e Nicosia, sono stati fermati anche Luigi e Paolo Ciaccio e Massimiliano Mandracchia.
Dimino, ritenuto tra i capi della famiglia mafiosa saccense, progettava una rappresaglia contro il suo legale.
Il boss avrebbe voluto vendicarsi in maniera violenta nei confronti del suo penalista perche’, secondo lui,avrebbe fatto degli errori nella linea difensiva.
Secondo i pm dell’inchiesta, il boss si sarebbe spinto a “pesanti minacce” nei confronti del legale.
“Questo mi mette – diceva Dimino sempre ad Antonello Nicosia – nelle condizioni di sminchiarlo…. con tutte le bastonate che prendo io.. il fatto è che ha sbagliato… mi ha fatto fare carcere in più”.
Dimino, il 19 febbraio del 2018, due anni dopo avere finito di scontare la seconda condanna per mafia, manifesta i propri sospetti a Nicosia riguardo al fatto che l’avvocato non gli avesse fornito una copia delle motivazioni della sentenza di condanna “verosimilmente al fine di nascondergli gli errori tecnici commessi”.
“L’avvocato – aggiungono i pm – secondo Dimino si era reso responsabile di una pena eccessiva perchè non avrebbe proposto l’applicazione della continuazione fra la prima e la seconda condanna. Dimino manifestava propositi violenti contro il legale e nelle intercettazioni faceva riferimento all’eventualità che potesse essere andato già in Procura a denunciare.