Cronaca / Attualità

L’Arcivescovo di Agrigento: “Livatino grattugia delle coscienze”

Livatino è la grattugia delle coscienze. Il magistrato Rosario, nella sua breve esistenza stroncata dalla mafia, è riuscito a toccare il cuore e la mente delle persone, ed è un modello che spinge ciascuno a interrogarsi sul proprio senso di responsabilità e sul valore della giustizia.

La sua fede profonda gli ha dato il coraggio di prendere decisioni difficili, consapevole del rischio che correva in una terra dove è presente la mafia”. Lo ha detto l’arcivescovo di Agrigento, Alessandro Damiano, al convegno su “Legalità e lotta alla mafia: la Chiesa e le Istituzioni unite nel ricordo di Rosario Livatino” che si è svolto ad Aci Catena, nel Catanese. In questo percorso Livatino ci insegna che” il perdono – ha osservati la procuratrice generale di Palermo Lia Sava – non è mai una resa né una dimenticanza, ma una scelta di giustizia autentica che richiede coraggio.

È un invito a non lasciare che il male consumi il nostro essere, ma a compiere un cammino verso la verità e la pace. Il perdono, dunque, è una tappa necessaria per ristabilire la dignità e l’umanità di chi compie delitti”.

“L’esempio di Livatino – ha sottolineato il vescovo di Acireale e presidente della Cesi, Antonino Raspanti – continua a vivere in noi risvegliando il desiderio di una giustizia che porta alla riconciliazione del cuore. Si può redimere così la nostra amata terra di Sicilia”.

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