Più di cento stampe fotografiche attraversano, per la prima volta, l’attività e la personalità del fotoreporter siciliano, originario di Sciacca, uno dei grandi protagonisti della fotografia italiana del secondo Novecento. La mostra sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022 dal martedì alla domenica ore 10.00-20.00. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Giorni di chiusura: lunedì, 25 dicembre, 1 gennaio.
La mostra rende omaggio, per la prima volta, all’attività di uno dei grandi protagonisti della fotografia italiana del secondo Novecento, Calogero Cascio, nato a Sciacca nel 1927, fotoreporter siciliano che, dalla metà degli anni Cinquanta ai primi anni Settanta, raccontò, attraverso il suo sguardo fotografico, situazioni e momenti tra i più significativi dell’epoca. Fu un fotografo di lotta e di denuncia sociale e viaggiò in Italia, Europa, Oriente e Sudamerica.
La mostra, insieme al catalogo che l’accompagna, rappresenta il primo lavoro antologico e storico-critico dedicato al fotoreporter siciliano. Il percorso espositivo ripercorre, attraverso una serie di oltre 100 tra stampe fotografiche originali d’epoca e stampe recenti da negativi originali, non solo il suo impegno e la qualità professionale nel testimoniare un racconto visivo di quasi vent’anni di storia fatta di uomini, luoghi ed eventi, ma anche l’opportunità per apprezzare una personalità sagace, ironica, pronta al confronto, attiva nel contribuire al dibattito sulla cultura fotografica nazionale.
Con i fotografi Caio Garrubba, Antonio e Nicola Sansone condivide l’ideale del reportage giornalistico come azione “politica” e, insieme a loro, fonda nel 1963 l’agenzia RealPhoto, contribuendo con Ermanno Rea, Plinio De Martiis, Franco Pinna alla “scuola romana” del fotogiornalismo.
Cascio non esplora solo le strade e le campagne della Sicilia e le aree periferiche di Roma e di molte altre realtà italiane, ma la sua indagine sociale lo conduce ad indagare anche i territori oltre confine. Le sue prime fotografie, realizzate in Sicilia, sua terra natale, e scattate nei paesi dell’agrigentino piuttosto che a Palermo, lo guidano nel testimoniare le condizioni di lavoro e i sottintesi politici che interagiscono nello sviluppo economico e sociale della regione, alimentando la cultura della mafia e la paura del cambiamento. Appuntamento, dunque, al museo di Roma in Trastevere per ammirare le foto di Calogero Cascio, il fotografo dell’essenziale.