L’incidente di caccia con la morte di Paolo Stagno a Burgio nel 2017, il giudice dispone l’archiviazione

Ogni sforzo è stato prodotto dalla Procura della Repubblica di Sciacca per dare un volto a chi, il 25 novembre del 2017, ha sparato un colpo di fucile, in località “Muti”, a Burgio, che ha causato la morte di Paolo Stagno, di 51 anni, operaio forestale di Montallegro. L’incidente di caccia è avvenuto in piena notte. Non è stato possibile, però, risalire a chi ha sparato e a distanza di quattro anni il procedimento, su richiesta del sostituto procuratore Michele Marrone, è stato archiviato dal gip, Alberto Davico. Stagno era andato a caccia in quella zona assieme ad altre quattro persone. Il colpo che ha fatto sfociare in tragedia la battuta di caccia è partito da un altro fucile. I carabinieri hanno controllato un migliaio di fucili. Di “lavoro straordinario” svolto dalla procura ha parlato durante le indagini anche l’avvocato Teo Caldarone che assiste la famiglia Stagno. Sono state acquisite le immagini delle telecamere di videosorveglianza di diverse zone di accesso al bosco, un consulente tecnico ha controllato il traffico telefonico in quelle ore nella zona. L’area è molto vasta ed abbraccia sei comuni. Le celle hanno agganciato migliaia di telefonate. Tutto è stato controllato. Ricostruita, con la collaborazione dei compagni di caccia di Stagno, anche la scena uno dei compagni di caccia un po’ più vicino a Stagno. E’ stato quest’ultimo, sentito il colpo di fucile, ad ascoltare la voce di qualcuno e poi due persone chiudere gli sportelli di un’auto. Sarebbe riuscito a vedere anche un pezzo di targa, una lettera e un numero. Anche per quest’aspetto migliaia di accertamenti e poi la consulenza balistica per verificare il punto di sparo e la distanza dalla vittima. Due analisti forensi e consulenti di telecomunicazioni e uno per la perizia balistica sono stati impegnati. Se dovessero emergere fatti nuovi si potrà riaprire il caso e tornare ad indagare. 

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