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Mafia a Sambuca, 18 anni in continuazione a Leo Sutera e 3 anni per favoreggiamento agli altri imputati

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Condanna a 18 anni di reclusione in continuazione per associazione mafiosa a carico di Leo Sutera, di 68 anni, di Sambuca, e condannati, per favoreggiamento aggravato, anche gli altri tre imputati nel processo, pure sambucesi, a 3 anni di reclusione ciascuno.

Lo ha deciso, nel pomeriggio di oggi, il Gup del Tribunale di Palermo, Marcella Ferrara, nel processo celebrato con il rito abbreviato.

Maria Salvato, di 45 anni, Vito Vaccaro, di 57, e Giuseppe Tabone, di 58, sono i tre condannati per favoreggiamento.

Il pm della Dda di Palermo, Alessia Sinatra, aveva chiesto la condanna di tutti gli imputati difesi dagli avvocati Carlo Ferracane e Celestino Cardinale (Sutera), Sergio Vaccaro e Pietro Marino (Salvato), Giovanni Vaccaro (Vaccaro) e Ignazio Fiore e Mauro Tirnetta (Tabone).  Ai tre presunti fiancheggiatori venivano contestati tre episodi ciascuno. Per Tabone il giudice ha escluso uno dei tre episodi.

L’indagine a carico dei quattro è confluita in un’ordinanza a completamento di un’articolata attività di indagine iniziata nel 2015 in territorio agrigentino. A Sutera è stato contestato di aver diretto il mandamento mafioso di Sambuca di Sicilia, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva per commettere delitti contro l’incolumità individuale, la libertà personale ed il patrimonio, per acquisire la gestione ed il controllo di attività economiche, di concessioni, di autorizzazioni, di appalti e servizi pubblici. Nella gestione delle dinamiche associative, Sutera avrebbe potuto contare sull’apporto di Tabone, Salvato e Vaccaro che lo avrebbero aiutato ad eludere le indagini, salvaguardandone gli spostamenti e la comunicazione.   

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