È una sfilza di nomi eccellenti quella che compone l’elenco di indagati compilato nelle scorse ore dai magistrati della procura di Agrigento nell’ambito dell’inchiesta che ha preso di mira i rapporti tra Girgenti Acque e il potere. Dove per “potere” non si intende solo la politica (non mancano, tra gli avvisati sindaci, ex amministratori e deputati, in carica e non). Quella che viene ipotizzata al momento è una fitta rete di rapporti incentrati sul ruolo economico della società privata che gestisce le risorse idriche pubbliche in provincia di Agrigento. Un ruolo da autentico ammortizzatore sociale, fatto di assunzioni ma anche di presunte protezioni. E così, secondo le notizie apprese e che il nostro giornale ha pubblicato per primo, ad essere finito sotto inchiesta c’è anche lo stesso prefetto di Agrigento Nicola Diomede, il rappresentante del governo sul territorio provinciale. Nome che si aggiunge a quelli di Marco Campione e Pietro Arnone, amministratori di Girgenti Acque e di Hydortecne. C’è anche il voto di scambio tra le ipotesi di reato contestate nell’ambito di questa indagine. Tra gli indagati non c’è solo Angelo Alfano, il padre del ministro degli Esteri, ma anche l’ex governatore Raffaele Lombardo e il fratello Angelo, gli ex presidenti della provincia di Agrigento Enzo Fontana ed Eugenio D’Orsi, l’ex presidente del Cga (il massimo organo della giustizia amministrativa in Sicilia) Raffaele De Lipsis. E poi nomi eccellentissimi della politica agrigentina e dei diversi partiti: Riccardo Gallo Afflitto (Forza Italia), Angelo Capodicasa (ex Pd, oggi Leu), Giovanni Panepinto (Pd), Enzo Fontana (ex Alternativa Popolare, oggi con il gruppo di Lupi). E ancora: l’ex direttore dell’Agenzia delle entrate di Agrigento Pasquale Leto (già indagato in un altro filone d’indagine), l’ex direttore dell’Inps Gerlando Piro, perfino il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella. Tra gli indagati anche anche alcuni giornalisti. L’indagine è la stessa scattata la settimana scorsa, quella che ha ipotizzato a vario titolo reati pesanti: dall’associazione a delinquere alla corruzione, dall’inquinamento ambientale al falso in bilancio. E forse siamo solo all’inizio. Ecco l’elenco completo degli indagati:
Marco Campione, Angelo Alfano, padre del ministro degli Esteri, il prefetto di Agrigento Nicola Diomede, l’ex governatore Raffaele Lombardo e il fratello Angelo, l’ex presidente della Provincia di Agrigento Eugenio D’Orsi, l’ex presidente del Cga Raffaele De Lipsis, gli ex deputati nazionali e regionali Riccardo Gallo Afllitto, Angelo Capodicasa, Giovanni Panepinto, Enzo Fontana, Pasquale Leto, ex direttore dell’Agenzia delle Entrate di Agrigento, l’ex direttore dell’Inps Gerlando Piro, il presidente dell’Antitrust Giovanni Pitruzzella Salvatore Aiola, Giacomo Antronaco, Silvio Apostoli, Giuseppe Arcuri, Pietro Arnone, Bernardo Barone, Filippo Caci, Giuseppe Carlino, Lelio Castaldo, Francesco Castaldo, Giovanni Caucci, Vincenzo Corbo, Salvatore Cossu, Piero Angelo Cutaia, Antonio D’Amico, Domenico D’Amico, Luigi D’Amico, Carmelo Dante, Igino Della Volpe, Leonardo Di Mauro, Pietro Di Vincenzo, Salvatore Fanara, Arnaldo Faro, Filippo Rosario Franco, Salvatore Gabriele, Diego Galluzzo, Calogerino Giambrone, Gerlando Gibilaro, Giuseppe Giuffrida, un altro Giuseppe Giuffrida, Flavio Gucciardino, Ignazio La Porta, Francesco Paolo Lupo, Maria Rosaria Macaluso, Piero Macedonio, Giuseppe Marchese, Giuseppe Milano, Calogero Patti, Giuseppe Pitruzzella, Gian Domenico Ponzo, Vincenzo Puzzo, Fulvio Riccio, Giancarlo Rosato, Antonino Saitta, Luca Cristian Salvato, Giuseppe Maria Scozzari, Carlo Sorci, Alberto Sorrentino, Gioacchino Michele Termini, Emanuele Terrana, Maria Terrana, Giuseppe Maria Saverio Valenza, Carmelo Vella, Rino Vella, Calogero Vinti, Roberto Violante.