È il secondo primario “sostituito” in poche settimane all’ospedale di Sciacca. Stavolta nel mirino del commissario straordinario Gervasio Venuti è finito il dottor Calogero Dulcimascolo. Da anni era direttore “facente funzioni” dell’unità operativa di Cardiologia ed Emodinamica. Ebbene: la direzione strategica dell’Asp di Agrigento ha deciso di togliere questa carica a lui e “girarla” al dottor Ennio Ciotta, già primario all’ospedale di Licata. Dulcimascolo, però, non ci sta, ed è già pronto a rivolgersi ad un avvocato per tutelare la sua immagine e i suoi diritti. Dulcimascolo, in particolare, ritiene di poter vantare, rispetto al concorrente che gli è stato preferito, non solo più anni di esperienza, ma anche una quantità superiore di titoli professionali nonché di pubblicazioni. Ma non è tutto. Contesta, Dulcimascolo, che il parere favorevole sulla nomina del cardiologo direttore è stato espresso dal Dipartimento di Emergenza del San Giovanni di Dio, e non da quello di Cardiologia. Dulcimascolo vanta, inoltre, il merito di avere riattivato, sotto la sua direzione, strutture diagnostiche importanti. Comunque vada a finire questa vicenda è, quello della nomina del nuovo direttore facente funzioni della Cardiologia, un nuovo caso, che si inquadra in un processo di riorganizzazione delle unità operative a cui nemmeno il precedente manager Salvatore Lucio Ficarra aveva dato seguito. E così, la sensazione prevalente che sta venendo fuori anche a seguito della recente decisione di sostituire Vincenzo Comitini con Giuseppe Tulumello per il ruolo di nuovo direttore facente funzioni dell’ortopedia, è che le iniziative sull’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca stiano partendo dal punto meno rilevante, ossia quello delle nomine dei dirigenti. Con la conseguenza che in ortopedia Comitini ha preferito tornare all’ospedale Cannizzaro di Catania, che in cardiologia Dulcimascolo forse farà causa all’ospedale, per non dire che magari anticiperà il proprio congedo. Risultato finale: l’ospedale di Sciacca magari avrà nuovi primari facenti funzione (peraltro provenienti da fuori), ma rimarrà attardato in termini di servizi, risposta alle esigenze della collettività, organizzazione e infrastrutture.