È Paolo Mandracchia il nuovo presidente delle Cantine Riunite Sciacca Terme, il sodalizio nato agli albori degli anni Duemila dalla fusione delle due storiche cooperative “Grappolo d’oro” e “Coldiretti”. Una realtà che, nelle aspettative del territorio, avrebbe dovuto recuperare il terreno perduto nei confronti delle realtà vitivinicole vicine, Menfi su tutte. Obiettivo che, tuttavia, non è stato raggiunto. Le gestioni che si sono succedute in questi anni non sono riuscite a garantire un adeguato reddito ai soci, il cui numero nel frattempo è precipitato da 700 a 250 circa. Compito della nuova amministrazione, dunque, sarà quello di programmare un rilancio della struttura.
Al momento presso le Cantine Riunite Sciacca Terme i soci ammassano circa 20 mila quintali di uva da cui, però, si produce prevalentemente prodotto sfuso, mentre è ancora assai limitata la produzione in bottiglia, che è poi quella che garantisce una presenza competitiva sui mercati. Stando alle indiscrezioni, per riuscire nell’intento di riscattare economicamente l’opificio, Mandracchia avrebbe allo studio l’ipotesi di intervenire con una parziale riconversione dell’impianto che si trova lungo la strada Sciacca-Caltabellotta, con l’innesto di altre attività legate alla trasformazione dei prodotti agricoli, a partire da un frantoio. Ricordiamo, infatti, che Mandracchia, che è a capo dell’Unione Coltivatori Italiani di Sciacca, è anche presidente dell’Unione Produttori Olivicoli, un’altra cooperativa che raggruppa oltre un migliaio di soci, una rappresentanza più che significativa dei 7000 ettari di uliveto presenti a Sciacca, anche se diversi soci sono di altre zone: Burgio, Caltabellotta, Lucca Sicula, Menfi e Villafranca.
Oltre a Paolo Mandracchia gli eletti nel nuovo Cda delle Cantine Riunite Saccensi sono Giovanni Craparo (vice presidente), Antonino Caracausi, Sebastiano Puccio e Caterina Santangelo.