Ieri è stato comunicato all’assessore alla Cultura, Salvatore Mannino, che dovrà farsi da parte per un avvicendamento con Alessandro Curreri. Mannino è l’unico componente della giunta Termine che non ha tessere di partito al momento. Vicino al Pd, ma non organico, lascerà il suo posto a Curreri eletto nella lista “Fabio Termine sindaco” in quota 5 Stelle che si dimetterà da consigliere comunale andando ad applicare il metodo Pd dello scorrimento e dimissioni.
Fabio Leonte resterà l’unica eccezione all’applicazione di tale regola che in passato aveva portato alle dimissioni da consigliere di Valeria Gulotta e Salvino Patti. Curreri, al secondo mandato da consigliere comunale, che in passato aveva rinunciato al ruolo di assessore rifiutando le dimissioni, a poco più di due anni dalle elezioni Termine si sentirebbe più garantito dalla rinuncia allo scranno in consiglio comunale.
Al posto di Curreri, in consiglio farebbe il suo ingresso Deborah Piazza, prima dei non eletti. La presenza dell’ingegnera in quota Mizzica scongiurerebbe anche il rischio di iscrizione di Daniela Campione, unico consigliere Mizzica rimasto in aula, al gruppo misto.
Anche la partita aperta delle dimissioni di Antonino Certa potrebbe chiudersi già nel fine settimana con la nomina ad assessore di Giuseppe Ruffo, che, al momento, resta in fase di riflessione. Il consigliere scioglierà il nodo nei prossimi giorni.
Una volta chiusa la vicenda del cambio assessori sarà Termine a rimodulare le deleghe in base a nuove esigenze. Al posto di Ruffo in consiglio andrebbe Calogero Catanzaro, che adesso è il primo dei non eletti del Pd.
Ieri sera sindaco, alcuni assessori e qualche consigliere comunale collegati da remoto per discutere delle partecipate. C’erano il sindaco, Fabio Termine, il vice, Valeria Gulotta, alcuni consiglieri e anche il dirigente del Comune Filippo Carlino.