Hanno completato la gara, 42 chilometri di corsa, con il caldo di agosto, due saccensi, Giuseppe Chiarantano e Mario Chiarello, e un menfitano, Lillo Lanzarone, che hanno partecipato ieri alla maratona più originale del calendario italiano, La Filippide.
Il caldo di agosto non ha fermato i tre podisti che si sono cimentati in questa prova che per la sua formula ricalca in maniera fedelissima il modo di correre degli antichi greci: nessuno strumento di rilevamento elettronico al polso, nessun cartello a segnalare la distanza percorsa e quella ancora da fare, nessun particolare ristoro se non acqua, nessun premio speciale se non la classica corona d’ulivo come si faceva nell’antichità, insieme alla coppa, alla medaglia e al diploma.
Una corsa “spartana” nel puro senso del termine la prova partita dalla vecchia stazione di Chiaramonte Gulfi, in provincia di Ragusa, con partenza alle 4,30 del mattino, e arrivo sulla spiaggia di Punta Secca, di fronte alla Casa di Montalbano.
Lanzarone si è classificato quarantaduesimo su 130 partecipanti di categoria, in 3 ore e 45 minuti.
Chiarello cinquantatreesimo in 4 ore e 7 minuti.
Chiarantano, che ha da poco festeggiato i 70 anni, ottantesimo in 4 ore e 50 minuti.