Sono centinaia i barchini di piccole dimensioni arrivati in queste settimane a Lampedusa. “Sono quasi tutti tunisini e quindi migranti economici – spiega Vella – che quasi mai possono avere protezione umanitaria anche se c’è chi prova a fare il furbo con stratagemmi.”
Pescatori tunisini che si trasformano in scafisti. E’ quanto hanno accertato i magistrati della Procura di Agrigento con l’ultima indagine che ha portato all’arresto di 23 tunisini. “Sembra essere tornati a dieci anni fa – dice il Procuratore aggiunto di Agrigento Salvatore Vella in una intervista a La Stampa – con una differenza degna di nota. Prima i pescherecci viaggiavano senza reti o attrezzature proprio perché in realtà dovevano solo trasportare i migranti, ora fanno l’uno e l’altro e i pescatori fanno anche gli scafisti. Abbiamo trovato a bordo reti, anche se asciutte e un po’ di pesce”. Quindi i pescherecci attraversano il Mediterraneo senza destare alcun sospetto, così come la presenza di barchini a bordo. “Guardia costiera e Guardia di Finanza ci riferiscono che i migranti stanno arrivando quasi sempre freschi e riposati, come di chi ha fatto due ore di traversata e non un’intera giornata sotto il sole”. Sono centinaia i barchini di piccole dimensioni arrivati in queste settimane a Lampedusa. “Sono quasi tutti tunisini e quindi migranti economici – spiega Vella – che quasi mai possono avere protezione umanitaria anche se c’è chi prova a fare il furbo con stratagemmi”. “Ogni giorno sequestriamo una trentina di barche e trattiamo una ventina di arresti in flagranza perché si tratta di persone già espulse”. Il magistrato non nasconde la sua preoccupazione: “Purtroppo il clima a Lampedusa è cambiato, stiamo monitorando la situazione dell’ordine pubblico”.