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Morte di un operaio di Bivona in una cava, la difesa chiede nuova perizia

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Nel processo d’appello per la morte, il 6 febbraio 2013, in una cava, a Villafranca Sicula, dell’operaio di Bivona Mario Cardinale, di 59 anni, la difesa ha chiesto la riapertura dell’istruttoria dibattimentale con una perizia sui luoghi o un confronto tra i consulenti tecnici che giungono a conclusioni diverse.

Lo ha chiesto l’avvocato Antonio Palmieri che difende i due imputati, Giovanni Sola, di 53 anni, e Alfonsina Marretta, di 51, entrambi di Ribera.

Per Marretta, legale rappresentante della ditta esercente la cava, in primo grado un anno e 6 mesi con pena sospesa. Per Sola, indicato quale amministratore di fatto della ditta, 2 anni e 3 mesi. La famiglia dell’operaio si è costituita parte civile con gli avvocati Gianfranco Viola, Maurizio Traina, Luca Trizzino e Valentina Guarrera. L’Inail è difesa dall’avvocato Salvatore Cacioppo.

Secondo l’accusa l’attività estrattiva sarebbe stata effettuata in una zona della montagna Cozzo Galbasa distante dall’area dove erano stati previsti ed autorizzati i lavori e con modalità, cioè scavando dal basso verso l’alto anziché dall’alto verso il basso, in violazione delle autorizzazioni.

La Corte di Appello di Palermo si è riservata di decidere sulle richieste istruttorie avanzate dalle difese fissando la prossima udienza del processo, per omicidio colposo, al 26 novembre.

Per recuperare il corpo di Cardinale in quella zona impervia e con il rischio di ulteriori cedimenti della montagna hanno lavorato, anche sotto la pioggia, i vigili del fuoco del distaccamento di Sciacca e quelli impegnati alla guida dei mezzi giunti da altre città siciliane. Sono intervenuti anche gli operatori della Protezione civile e gli uomini del Soccorso alpino.

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