Hanno preso carta e penna e scritto al sindaco, al proprio dirigente e al Provveditorato. Il corpo docente dell’istituto Fazello di Sciacca, sito in via Licata, ha affidato ad una lettera lo sfogo per una situazione che si protrae dal marzo 2017, quando a seguito dell’alluvione che ha devastato il museo del Mare di contrada Muciare, i reperti erano stati temporaneamente in alcuni locali della scuola e anche l’atrio dell’immobile è divenuto col tempo, sede delle attività dell’associazione che gestisce il museo .
“Questo atrio è il centro di raccolta degli alunni in caso di emergenza – scrivono gli insegnanti – e non è concepibile che in caso di evacuazione gli alunni possano trovarsi in mezzo ai visitatori del Museo.In questo atrio, inoltre, svolgono attività ludico-didattiche i circa 200 alunni della Scuola Primaria e gli oltre 140 alunni della Scuola dell’Infanzia che nello spazio adiacente hanno il loro parco giochi.Inutile sottolineare che questo atrio è giornalmente frequentato da molte persone, esterne alla scuola, turisti che si aggirano a volte spaesati tra gli spazi che la scuola condivide con il Museo.Tutto ciò non ci permette di garantire la vigilanza degli alunni che vengono spesso fotografati dai turisti perché, si sa, i bambini che giocano fanno sempre tenerezza! Senza contare che nello stesso atrio insistono le finestre, prive di qualsiasi protezione, delle aule della Scuola dell’Infanzia”.
Gli insegnanti della scuola primaria e dell’infanzia, pensavamo che l’inizio del nuovo anno scolastico, l’affidamento temporaneo sarebbe stato sospeso per ridare gli spazi concessi nuovamente nella piena fruibilità degli alunni.
“Invece – continua la missiva – i reperti sono rimasti al loro posto, ma addirittura siamo stati privati anche dell’unico spazio che ancora ci restava per fare educazione fisica a favore dei pregevoli quadri del Rossi che, però, avrebbero potuto trovare dignitosa sistemazione nelle stanze che si affacciano su Corso Vittorio Emanuele”.
Le insegnanti firmatarie della missiva, infine hanno poi così concluso: “Accolga- scrivono – lo sfogo amareggiato di un intero Circolo che non solo non ha ancora una palestra, non solo si vede privato di quei pochi spazi di cui ancora poteva fruire, ma è addirittura privato della sicurezza dei suoi piccoli alunni e questo è inaccettabile. Certi della Sua sensibilità vogliamo sperare che venga spezzata una lancia a favore di tanti bambini che sperano di andare a recitare nella loro bella sala teatro acquistata, tra l’altro, con i Fondi Europei, ma soprattutto possano muoversi liberamente e senza paura negli spazi esterni della loro scuola.