La donna, dopo avere partorito, nel 2010, presso il “Giovanni Paolo II” di Sciacca, sostiene di avere riportato “menomazioni irreversibili allo stato psico-fisico, risultando, inoltre, affetta da incontinenza”. La stessa, pertanto, ha citato in giudizio l’Asp di Agrigento per ottenere un risarcimento del danno “subito per errata condotta dei sanitari”.
Un parto distocico con lacerazioni perianale e sfinterale avvenuto, nel 2010, presso l’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del presidio ospedaliero di Sciacca, che avrebbe provocato ad una donna dei danni irreversibili allo stato psico-fisico e anche l’incontinenza. La donna ha così citato l’Asp di Agrigento per ottenere un risarcimento del danno “subito per errata condotta dei sanitari”. Il danno, per il quale è stato richiesto il riconoscimento al tribunale di Sciacca, è stato quantificato in 158.339 euro. La prima udienza è stata già fissata per il prossimo 16 giugno.
L’Asp di Agrigento, “non essendo emersi elementi di responsabilità a carico dei sanitari – scrivono – non ha aderito al relativo procedimento di mediazione promosso”. Dopo la relazione scritta dal responsabile dell’unità operativa di Ginecologia e Ostetricia del presidio di Sciacca, infatti, non sarebbero state appurate responsabilità a carico dei sanitari che hanno assistito e prestato le relative cure alla donna.
Pertanto, l’Asp intende costituirsi nel giudizio, introdotto con ricorso per accertamento tecnico preventivo, davanti al tribunale di Sciacca, per sostenere la correttezza dell’operato e ottenere il rigetto delle pretese avanzate. Il provvedimento firmato, nelle ultime ore, dal commissario straordinario dell’Asp Mauro Zappia, possiede la clausola di immediata esecutività visto che la prima udienza si terrà a metà giugno. Intanto, l’incarico professionale di difesa e rappresentanza è stato conferito al dirigente avvocato del Servizio legale, Antonino Noto.