Assolto perché il fatto non sussiste. Una sentenza che spazza via ogni dubbio e che restituisce serenità a un uomo del Palermitano sul quale pendeva un’accusa gravissima, quella di avere abusato sessualmente della nipote.
La vicenda è del 2014 quando l’uomo, secondo l’accusa che veniva mossa a suo carico, avrebbe allungato le mani sulla nipote, una ragazzina, mentre la stessa provava vestiti nel camerino di un negozio.
La tesi difensiva dell’uomo, esposta in una fase iniziale dall’avvocato Claudio Gallina Montana e poi dall’avvocato Valeria Maggio di Sambuca, ha sgombrato il campo da ogni dubbio, valorizzando tutti gli elementi che poi hanno portato all’assoluzione piena del palermitano per il quale il pubblico ministero aveva chiesto la condanna a 5 anni e 8 mesi di reclusione.
La vicenda è venuta fuori quando il padre della ragazzina, molto tempo dopo i fatti, ha controllato il cellulare della figlia, e notato che lei avrebbe installato un’app di incontri e che, chattando con uno sconosciuto, gli avrebbe raccontato dei presunti rapporti sessuali con lo zio.
Poi l’intervento di uno psicologo e la denuncia all’autorità giudiziaria. Al processo, però, la difesa ha valorizzato tutta una serie di elementi che hanno portato all’assoluzione dell’imputato.
Nella foto, l’avvocato Valeria Maggio