Salvatore Imbornone si è avvalso della facoltà di non rispondere. Il sessantaquattrenne di Lucca Sicula, ritenuto il reggente del mandamento mafioso di Lucca Sicula e Ribera, ieri mattina, nel carcere di Petrusa, a Agrigento, non ha risposto al gip del Tribunale di Agrigento, Giuseppa Zampino, su delega del giudice del Tribunale di Palermo Filippo Serio, il magistrato che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare di 214 pagine.
Imbornone è difeso dall’avvocato Vincenzo Castellano. Nello stesso carcere di Agrigento, invece, ha deciso di rispondere alle domande del gip un altro indagato, Antonio Perricone, di 53 anni, di Lucca Sicula. Avrebbe respinto le accuse parlando di incontri occasionali con gli indagati. Perricone è difeso dall’avvocato Giovanni Vaccaro.
Si è avvalso della facoltà di non rispondere, invece, sempre nel carcere di Agrigento, Alberto Provenzano, di 59 anni, di Burgio, assistito dall’avvocato Vincenzo Giambruno. Avrebbe reso dichiarazioni spontanee dichiarandosi estraneo ai fatti.
Un altro degli indagati che si trova in carcere è Francesco Caramazza, di 51 anni, di Favara, detenuto a Reggio Calabria. Sarà interrogato domani, lunedì 11 marzo. E’ difeso dall’avvocato Salvatore Virgone.
I due indagati ai domiciliari, Giovanni Derelitto, di 74 anni, di Burgio, che sarebbe stato a capo della locale famiglia mafiosa, e Giuseppe Maurello, 54 anni, di Lucca Sicula, per il quale il gip ha riqualificato i fatti che lo vedono indagato in concorso esterno in associazione mafiosa, saranno interrogati martedì 12 marzo, al palazzo di giustizia di Palermo, dal giudice Filippo Serio. Derelitto è difeso dall’avvocato Vincenzo Castellano e Maurello dall’avvocato Giovanni Vaccaro.
Nei giorni successivi l’interrogatorio di Gabriele Mirabella, 38 anni, consigliere comunale in carica a Lucca Sicula, sottoposto all’obbligo di dimora, indagato per favoreggiamento. E’ difeso dall’avvocato Paolo Mirabella.
Nella foto, gli avvocati Giovanni Vaccaro e Vincenzo Castellano