I familiari di un bambino nato con parto cesareo all’ospedale Giovanni Paolo II di Sciacca lo scorso 23 aprile hanno presentato un esposto alla direzione sanitaria di presidio e alla direzione generale dell’Asp di Agrigento. Contiene il resoconto dell’ennesimo fatto grave che si è verificato in un degli ascensori del nosocomio. Mentre trasportava il neonato, il padre, un’infermiera e il neonatologo, l’impianto si è bloccato. Erano circa le 22, e il sistema di allarme collegato col centralino non era in funzione. I malcapitati sono rimasti rinchiusi dietro la porta scorrevole per circa 30 minuti. Aiutati da altri familiari del piccolo, che si sono resi conto di quanto accaduto, sono riusciti a liberarsi. Sullo sfondo c’è l’inefficacia della gestione dell’eventuale emergenza. Nella hall dell’ospedale, accanto al bar, si trova uno schermo luminoso che segnala gli eventuali guasti indicando specificamente l’ascensore che si è fermato. Ma è un quadro che non verrebbe osservato adeguatamente, nemmeno nelle ore diurne. Quello che è accaduto, in effetti, è piuttosto grave. Lo pensa anche il Comitato civico per la Sanità. Non è il primo episodio del genere che si verifica. I familiari del neonato invitano la direzione dell’Asp ad adottare i necessari correttivi affinché il sistema di allarme funzioni a qualunque ora del giorno. Quello degli ascensori è da anni il paradigma dei problemi del Giovanni Paolo II.