Solo negli ospedali riuniti di Sciacca e Ribera a fronte di un fabbisogno complessivo di 365 medici, ne sono in servizio appena 140. Il gap di 225 medici mancanti non può non indurre a nuove preoccupanti riflessioni. Il dato statistico emerge da uno studio pubblicato dall’Osservatorio Ethikos per il Territorio, che ha incrociato dati tratti da fonti Istat, dall’annuario del Servizio Sanitario Nazionale e in considerazione dei decreti del ministero e dell’assessorato regionale alla Salute. Osservatorio che parla di evidenze critiche effettive. Carenze di personale che confermano una situazione disastrosa, in un rapporto tra operatori e popolazione assolutamente deficitario. Lo dimostra anche il dato statistico riguardante gli infermieri in servizio: in media sono meno di 2 ogni mille abitanti, quando i parametri previsti dai Livelli Essenziali di Assistenza ne prevedono almeno 4,6 per ogni mille abitanti. E intanto però c’è chi continua a perseguire modelli politici piuttosto datati. È il caso del punto nascite dell’ospedale di Licata, fortemente voluto dal deputato locale Carmelo Pullara che, però, si è già rivelato un flop. Una questione su cui protesta il Comitato civico per la Sanità di Sciacca, che oggi con Franco Giordano ha evidenziato che questi atteggiamenti non fanno altro che salvaguardare piccole botteghe di consenso e non certo la qualità dei servizi su tutto il territorio. Giordano ha auspicato, nell’ambito della discussione sulla nuova rete ospedaliera regionale, l’istituzione di una nuova azienda ospedaliera che accorpi i nosocomi di Sciacca e Castelvetrano, permettendo così a questo versante territoriale di riconquistare autonomia organizzativa e decisionale, in un momento in cui i centri specialistici privati stanno sempre più proliferando, fornendo così un segnale decisivo della direzione verso la quale sta andando la sanità siciliana.