Il sindaco Fabio Termine e l’assessore Francesco Dimino hanno presentato alla Capitaneria di Porto Empedocle le osservazioni comunali sulla istanza presentata dalla ditta Avenhexicon S.R.L. ai fini del rilascio di una concessione demaniale marittima di 30 anni per la realizzazione, nel Canale di Sicilia, di un impianto eolico offshore, di tipo floating.
“Si sta vivendo – scrivono i due – una fase storica in cui la richiesta di energia è sempre maggiore che le condizioni di inquinamento ambientale impongono l’utilizzo di energie alternative che le politiche comunitarie spingono sulla decarbonizzazione dei processi produttivi di energia che la produzione di energia da fonti rinnovabili rappresenta la migliore scelta per la tutela e la salvaguardia del nostro pianeta”
Il Capitano di Fregata, Fabio Serafino, Capo del Compartimento Marittimo e Comandante del Porto di Porto Empedocle, ha richiesto, al Ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibile, ai sensi dell’art. 36 del Codice della Navigazione in coordinamento con l’articolo 12 del Decreto Legislativo n. 387/2003, il rilascio di una concessione demaniale marittima di anni 30 di specchio acqueo e di superficie demaniale marittima, funzionali alla realizzazione ed all’esercizio, nel Canale di Sicilia, di un impianto eolico offshore, di tipo floating, denominato “Sicily South”, che prevede il posizionamento di un cavo sottomarino della lunghezza di circa 34km, per la maggior parte all’interno delle acque territoriali, e la realizzazione, al di fuori della acque territoriali, di un parco eolico galleggiante, in uno specchio acqueo di circa 346 kmq, nel tratto di mare antistante il litorale di Agrigento.
Il consigliere Calogero Bono e il presidente del consiglio comunale, Ignazio Messina hanno presentato istanza di accesso agli atti alla Capitaneria sull’istanza.
Termine e Dimino, hanno gia’ incontrato le cooperative di pesca della città di Sciacca: Cooperativa di mutua assistenza “Fra i pescatori di Sciacca”, Cooperativa “Madonna del soccorso” e Cooperativa “San Paolo” e che durante tale incontro le cooperative hanno mostrato grande preoccupazione per il comparto a causa di questa richiesta di concessione e della eventuale chiusura di questo tratto di mare
che la concessione demaniale prevede la chiusura di un tratto di mare di almeno 346 kmq
Che l’area di mare in questione è utilizzata, per finalità commerciali, nel rispetto di tutte le norme nazionali e comunitarie, dai pescatori della flotta peschereccia saccense (e non solo) che esercitano la pesca a strascico di profondità
Che tale area, oggetto di concessione, è particolarmente fruita dalle imbarcazioni della nostra marineria soprattutto durante i mesi invernali per questioni legate alla sicurezza dato che si trova relativamente vicina alla costa rispetto ad altre zone di pesca che si trovano a mare aperto
Che tra la foce del Fiume Belice e Capo Granitola, è vietata la pesca con reti a strascico entro le 6 miglia dalla costa, stabilita dalle Misure Gestionali previste dal Piano di Gestione Locale di Mazara del Vallo.
L’amministrazione comunale, in applicazione di cui all’art. 18 del Regolamento per l’esecuzione del Codice della Navigazione, intende presentare le seguenti osservazioni:
preso atto che la città di Sciacca possiede la seconda flotta peschereccia della Regione Sicilia e che la pesca rappresenta uno dei settori trainanti dell’economia cittadina, si rileva che non solo le aziende di pesca interessate, ma l’intero indotto subirebbe un ulteriore grave danno economico da una eventuale nuova area interdetta alla pesca.
Con l’interdizione di questa ulteriore Area marina, le imbarcazioni professionali avrebbero a disposizione sempre meno zone di mare da utilizzare per la pesca, con il consequenziale probabile depauperamento della fauna ittica delle stesse.
L’amministrazione comunale di Sciacca chiede che venga fatta un’indagine preliminare per verificare, con la maggiore accuratezza possibile, gli effetti economici e sociali sull’indotto dell’economia legata al comparto ittico, a seguito dell’interdizione alla pesca del tratto di mare di 346 kmq antistante il litorale agrigentino. A nostro avviso la chiusura di questo ulteriore tratto di mare avrà effetti disastrosi sull’intero comparto e consequenzialmente sull’economia dell’intera città.
” Il settore della pesca- concludono i due – vive uno stato di crisi decennale e chiediamo che venga presa in seria considerazione di dare in concessione altre aree che attualmente risultino già interdette alle abituali attività di pesca.