In Sicilia la crisi idrica ha raggiunto livelli allarmanti. Tra lunghi periodi di siccità e una rete idrica obsoleta, i cittadini sono costretti a convivere con il razionamento dell’acqua. Proprio in questo scenario di emergenza, risulta sconcertante assistere a episodi di incuria e spreco delle risorse, come quello che da giorni si verifica a Sciacca. Una perdita d’acqua significativa, proveniente dalla villetta Lombardo, sta infatti allagando via Fuguli.
Quella che potrebbe sembrare una semplice perdita, in realtà simboleggia una gestione disastrosa della rete idrica e delle risorse pubbliche, rendendo l’episodio di Sciacca l’emblema di un problema ben più ampio. A fronte di un’intera isola in affanno per la scarsità d’acqua, qui l’acqua scorre incessante per le strade.
Nel contesto attuale, parlare di acqua non è soltanto questione di economia, ma di sopravvivenza e di giustizia. In Sicilia, l’emergenza idrica si fa sentire con forza, aggravata da un clima sempre più arido e da infrastrutture obsolete e logore. Con un sistema di distribuzione vecchio e mal gestito, l’acqua è sempre più spesso oggetto di razionamenti e disagi per migliaia di famiglie, che ormai vivono sotto la costante minaccia di una penuria che sembra non trovare soluzione. E mentre molte aree della regione sono costrette a fare i conti con l’acqua centellinata, a Sciacca l’acqua scorre via libera, fuori controllo.
È impossibile non sentirsi beffati. Ogni litro d’acqua che si disperde dalle condutture rotte è un colpo inferto ai cittadini siciliani, già alle prese con un sistema che sembra incapace di dare risposte adeguate. Mentre si discute sui piani e sulle politiche necessarie per salvaguardare la risorsa idrica, nessuno interviene a fermare questa emorragia d’acqua.