Zero comizi, poche convention, un paio di conferenze stampa, messaggi mordi e fuggi a iosa. È l’ambientazione della nuova politica, che attorno alle Regionali del 5 novembre si è risvegliata, rilanciando, in occasione della nuova campagna elettorale, l’era del multitasking. I cellulari squillano, i messaggi Whatsapp vibrano, le email jinglano, Messenger e Facebook calano la contesa nella dimensione virtuale. È la politica moderna, quella dove per difendersi occorre disattivare lo scaricamento automatico di foto e filmati. Meglio scegliere se volerli vedere oppure no, altrimenti la memoria dello smartphone rischia di impazzire. L’era dei comizi in piazza del Popolo è lontana anni luce. Giusto quelli delle ultime ore. Anche perché guardare in faccia gli elettori è complicato. Soprattutto chi ha cambiato casacca, passando da un partito all’altro: due parole per spiegare il motivo (vero o finto) le si trovano e le si postano tranquillamente. A patto che si sappia sin da subito che la reazione del popolo dei social sarà impietosa.
Politica multitasking: ormai la campagna elettorale ormai si fa sullo smartphone
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