Dapprima era stato l’ex commissario prefe ttizio Dell’Aira, a paventare che l’insediamento di un commissario fallimentare per Girgenti Acque si sarebbe tradotto in un rischio effettivo per il proseguimento della gestione.
Ora quell’allarme e’ sempre più concreto. Lo ammette anche il commissario di Girgenti Acque, Gervasio Venuti.
Il rischio e’ che domattina non ci sia più chi porti l’acqua nella case degli agrigentini. La richiesta del Tribunale fallimentare dello scorso luglio di fondo che ammontano a oltre sette milioni di euro, anche secondo il commissario Venuti “presenta immediatamente profili di incompatibilità con la continuità del servizio pubblico essenziale”.
“Lo scrivente – dice quindi Venuti – pur avendo condotto il compito affidato dalla Prefettura di Agrigento nell’unica prospettiva dell’obbligatoria erogazione del servizio pubblico essenziale e dell’interesse dei cittadini, riconoscendo l’obbligo inderogabile di ottemperare alle disposizioni del tribunale fallimentare, deve rappresentare la certezza che la gestione del servizio pubblico sembra pregiudcata, e ciò può produrre gravi e immediati danni ai cittadini e alle imprese, all’Ati, ai dipendenti, al patrimonio dei Comuni, con refluenze sulla salute pubblica, sull’ambiente e sull’ordine pubblico. Lo scrivente resta in attesa di ogni eventuale urgente determinazione finalizzata ad affrontare i problemi rappresentanti, dovendo fare presente che nelle attuali condizioni non potrò proseguire l’incarico ricevuto e non potrò assumere le responsabilità a tutti i livelli derivanti dalla materiale impossibilità di condurre con regolarità la gestione commissariale del servizio idrico integrato”.
Sarà’ la Regione adesso a decidere tramite l’avvocatura regionale la valutazione di una soluzione legale che consenta alla gestione commissariale di continuare a lavorare pur consentendo la curatela fallimentare.