Presi in giro e insultati su una catena WhatsApp soltanto perché cantano, ragazzi di Sciacca vittime dei “cyberbulli”

Grande passione per il canto, per il mondo della musica. Per qualcuno la speranza di farne un lavoro, magari una carriera. Insomma, giovani che inseguono un sogno. E i social diventano una vetrina nella quale proporsi. Ma tutto questo puo’ avere anche un’ altra faccia della medaglia. Finire insultati, criticati e denigrati da chi si nasconde dietro una tastiera.

Lo sanno bene i giovanissimi saccensi finiti per essere presi di mira in una cosiddetta “catena di Sant’Antonio” creata ad hoc per screditarli, colpevoli unicamente di proporsi come aspiranti cantanti. Nella catena che e’ circolata sugli smartphone di tante persone in questi giorni si indicano i nomi d’arte dei ragazzi, tutti di Sciacca, che sui propri profili Instagram e YouTube hanno postato i loro video musicali. I giovani vengono accusanti di egocentrismo e di non saper cantare e nel messaggio si raccomanda a tutti di starne alla larga perché portatori di virus, metafora mai più fuori luogo e inopportuna presa in prestito dal momento. Odiatori seriali in azione? “Cyberbulli”? Come definirli questi ignoti che senza un motivo hanno cercato di deridere e screditare i protagonisti di questa vicenda che pero’ hanno scelto di raccontare quanto loro capitato e di rispondere per le rime a chi si e’ permesso di generare questo stupido messaggio. Anzi, i tre giovani che abbiamo incontrato oggi lanciano un messaggio di denuncia contro gli autori e un messaggio di forza e coraggio, allo stesso tempo, puo’ finire vittima delle offese gratuite di chi si nasconde nell’anonimato e dietro uno schermo.

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