Cronaca / Attualità

Processo per il servizio di vigilanza nelle spiagge a Sciacca, salta l’accusa di violenza privata

Nessuna ipotesi di violenza privata, non c’è stato alcun tentativo di costringere gli assistenti bagnanti a sottoscrivere una dichiarazione per svolgere l’attività nelle spiagge di Sciacca durante la stagione 2016. Lo ha stabilito il giudice del Tribunale di Sciacca, Dario Hamel, che ha assolto perché il fatto non sussiste il presidente dell’associazione che ha svolto il servizio, Francesca Palumbo, di 58 anni, di Mazara del Vallo, e Michele Cicala, di 59, di Sciacca, indicato come responsabile di fatto del servizio. Il giudice ha disposto nei loro confronti una condanna, con pena sospesa, per turbativa d’asta: 6 mesi per Palumbo e 4 mesi per Cicala. Secondo l’accusa sarebbe stata documentata falsamente la natura di associazione di volontariato e il numero e l’identità degli associati. La difesa con gli avvocati Walter Marino per Palumbo e Giovanna Maria Craparo per Cicala aveva chiesto l’assoluzione da entrambe le accuse sostenendo un iter pienamente regolare della vicenda. Il Comune di Sciacca già da quell’anno ha conseguito un notevole risparmio per il servizio, circa 40 mila euro rispetto al passato, e con un aumento delle postazioni. La competenza in merito allo svolgimento della gara è stata della Polizia municipale. Alcuni assistenti bagnanti si sono costituiti parte civile già in sede di udienza preliminare assistiti dagli avvocati Filippo Marciante, Mauro Butera e Michele Russo. Il giudice monocratico ha disposto il risarcimento del danno subito dalle parti civili per la cui liquidazione ha rimesso, però, al competente giudice civile. A Sciacca da molti anni viene svolto questo servizio che rappresenta un importante strumento per garantire la sicurezza dei bagnanti nelle spiagge e che ha consentito di effettuare numerosi salvataggi.

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