Sarà un mercoledì di protesta alla diga Castello. Il sindaco di Bivona, Milko Cinà, ha annunciato che domani, mercoledì 29 maggio, alle 10, sindaci e produttori agricoli di un vasto comprensorio si riuniranno alla diga per chiedere l’assegnazione dell’acqua per usi irrigui. “Un’irrigazione da effettuare subito – dice Cinà – altrimenti le nostre pesche diventeranno marmellata”. Per Cinà bisogna evitare un danno già calcolato in almeno 3 milioni di euro.
Per la pesca di Bivona secondo quanto riferisce Cinà si rischia già un danno di almeno 3 milioni di euro. I produttori della pesca Igp di Bivona hanno già forzato la caduta dell’80% dei frutti dagli alberi. “Per la pesca l’acqua è necessaria subito perché più passa il tempo – dice il sindaco – e più rischiamo di perdere tutto”. Molti produttori della pesca di Bivona a causa della perdurante siccità stanno forzando la caduta di gran parte dei frutti in fase di maturazione dagli alberi.
La zona di produzione della Pescabivona Igp ricade all’interno del bacino idrografico del fiume Magazzolo a sud-ovest dei Monti Sicani e interessa in particolare il territorio dei Bivona, Alessandria della Rocca, Santo Stefano Quisquina e San Biagio Platani in provincia di Agrigento. E poi di Palazzo Adriano in provincia di Palermo. Una coltivazione che, nel corso degli anni, si è potuta affermare sui mercati grazie anche alla possibilità di ricorrere alla diga Castello per le necessarie irrigazioni dei pescheti. Ma la crisi idrica, e l’attuale utilizzo destinato esclusivamente agli usi civici dell’acqua contenuta in quell’invaso, stanno mettendo a repentaglio questa produzione di alta qualità, che garantisce il reddito a numerose famiglie del territorio.