Tra ventiquattro ore, dunque, sul set di quella che è diventata una comica malfatta, senza risate registrate, dovrebbe apparire Alessandro Baccei. L’assessore regionale all’Economia reciterà la parte del messaggero. Consegnerà, nelle mani del sindaco Valenti, un decreto che, stando almeno a quanto annunciato ieri a Risoluto.it dalla sua stessa collega di giunta Mariella Lo Bello, decreto non è. Anzi forse lo è, ma in ogni caso il trasferimento dei beni sarebbe stato addirittura formalizzato lo scorso 18 ottobre, nelle stesse ore in cui il sindaco Valenti lamentava preoccupata in alcune interviste l’improvvisa sospensione delle procedure. Sì, è ormai una comica quella nella quale si è trasformata la vicenda del trasferimento (di parte) del patrimonio delle Terme. Ma qualcosa non torna. D’altronde, che sullo sfondo ci sia solo una colossale mossa propagandistica in chiave elettorale ormai è chiaro anche ai bambini, soprattutto dopo che alcuni candidati del Pd (Panepinto e Lo Bello) si sono letteralmente rincorsi nel diffondere al popolo la notizia dell’imminente consegna delle Terme al comune di Sciacca. Panepinto nella fregola di arrivare primo ha perfino pasticciato, indicando originariamente la data del 25 novembre (ad elezioni celebrate da tre settimane!), salvo oggi correggersi sulla sua pagina Facebook. Non ha partecipato a questa rincorsa solo Michele Catanzaro, che forse si è reso conto per tempo che se lo avesse fatto anche lui sarebbe finito inesorabilmente nel tritacarne della rabbia della gente. Se la vicenda non fosse drammatica, i cittadini penserebbero di assistere ad una comica di Stanlio e Ollio, dove dispetti, equivoci e scivoloni rendono la scena quasi esilarante. Ma c’è assai poco da scherzare. Il fatto è che la politica ha gestito e continua a gestire malissimo questa vicenda. E se la politica pensava di trarne un beneficio elettorale, il risultato che ne è venuto fuori è un dolorosissimo boomerang. “Oggi le comiche” si rivolgeva ad un pubblico di massa che fosse, però, attento anche alle sfumature. Nella comica delle Terme di Sciacca di sfumature ce ne sono ben poche. Perfino il liquidatore della Spa Carlo Turriciano non ci sta capendo più niente. Apprende dai giornali che i beni delle Terme sarebbero già del comune. Eppure lui non ha ancora formalizzato la necessaria consegna a quella Regione che le sta consegnando al comune. Ma in campagna elettorale si può fare questo ed altro. Tranne consegnare le stufe, evidentemente. Tranne evitare di chiudere le terme, decisione che da quasi tre anni ormai grida vendetta. E alla fine Palermo si sta solo sgravando di un peso colossale. Terme al Comune, dunque. Già, ma con quali garanzie per l’ente locale? Questa è un’altra storia.
Quer pasticciaccio brutto della consegna delle Terme come “Oggi (anzi, domani) le comiche”
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