E’ stata la sorella di Birkti Kidane a raccontare quanto avvenuto a Repubblica. Una intervista dove la familiare di una delle 368 vittime del naufragio del 3 ottobre 2013 di Lampedusa ripercorre l’incredibile vicenda che si è aggiunta al dolore per la perdita della propria cara.
“Ogni anno – ha raccontato la donna a Repubblica – per l’anniversario dalla morte viaggiavo dalla Svizzera alla Sicilia per portare un fiore a Selam. Per noi quella era la tomba di famiglia perché nel 2006 era morta un’altra delle mie sorelle in un naufragio, ma il corpo non fu mai recuperato”. Birikti che racconta la sua storia per la prima volta negli ultimi anni con la pandemia non riesce ad andare a Sciacca fino ad ottobre 2021: “Non ho più trovato la tomba di mia sorella, non sapevo cosa fare”.
Della storia delle 10 salme di migranti morti il 3 ottobre a Lampedusa che sono state “spostate” dai loculi del cimitero di Sciacca e trasferite in fosse comuni si era anche occupato don Mose’ Zerai. Sulla vicenda, e’ stata aperta una indagine interna da parte del Comune di Sciacca e la Procura di Sciacca ha aperto un’inchiesta contro ignoti.