Nel 2019 finirono agli arresti domiciliari, adesso è definitiva la sentenza di assoluzione per i cugini Giuseppe e Filippo Carlino, di 50 e 46 anni, di Sciacca. La Procura della Repubblica di Brescia non ha impugnato la sentenza di assoluzione, con formula piena, del gup che adesso è divenuta irrevocabile.
La vicenda riguarda l’operazione “Leonessa”, con diversi indagati, sull’asse Brescia-Gela. La misura cautelare che era stata emessa nel 2019 a carico dei Carlino è stata poi annullata dal Tribunale del Riesame. Già davanti al gip del Tribunale di Sciacca, Antonino Cucinella, delegato per l’interrogatorio di garanzia, i Carlino si erano discolpati, producendo vari documenti, dall’accusa di indebita “compensazione” di crediti vantati da una società milanese con i debiti delle due imprese saccensi, impegnate da anni in attività di costruzione di impianti fotovoltaici, di sviluppo di energie alternative e di iniziative di natura ambientale.
A causa del procedimento penale, degli esosi debiti erariali e delle conseguenti sanzioni tributarie, una delle due società era stata dichiarata fallita dal Tribunale di Sciacca. Giuseppe e Filippo Carlino avevano scelto il rito abbreviato, depositando, attraverso il loro difensore, l’avvocato Giovanni Vaccaro, una serie di documenti e di consulenze dei commercialisti saccensi Cracò, Dulcimascolo e Venezia. L’avvocato Vaccaro, attraverso una ricostruzione cronologica di atti, intercettazioni e provvedimenti, ha dimostrato che le richieste di compensazione non avevano sortito l’effetto sperato; che a quell’epoca sarebbe stata lecita l’operazione e che comunque i due imprenditori avevano agito in buona fede, senza alcun intento fraudolento, su consiglio di un allora accreditato commercialista milanese. Ai Carlino verranno restituiti i beni sequestrati e attendono le refluenze favorevoli sul piano civilistico e tributario.
Nella foto, l’avvocato Giovanni Vaccaro accanto al palazzo di giustizia di Brescia